Sempre più frequentemente si parla dell'omosessualità come
di devianza sessuale.
Escludo che si ricorra alla "categoria" della devianza
nell'accezione "statistica" di comportamento non allineato -
e quindi deviato - rispetto alla maggioranza "normale". Mi
sembra che affiancando devianza e omosessualità si voglia
rilevare la "natura" patologica della sessualità di gay e
lesbiche.
Ignoro con quale diritto qualche medico, qualche
psicoterapeuta, qualche clerico e parlamentare possano
catalogare l'omosessualità come una malattia, in aperto
contrasto con quanto affermato persino dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità. Queste affermazioni valgono tanto
quanto quelle di chi afferma che "gli ebrei sono tutti
avari"; con l'unica differenza che gli omosessuali possono
impunemente essere offesi, derisi e vilipesi mentre gli
ebrei no, si commetterebbe reato (non amo i reati d'opinione
e non mi piace l'idea che si pensi che il rispetto della
persona umana si affermi trasformando in reato becere
convinzioni razziste, antisemite. ma leggo in questo
doppiopesismo della moderna cultura giuridica il segno del
dilagare della profonda mediocrità della classe dirigente
non solo italiana).
Torniamo all'omosessualità e accettiamo per un attimo - gli
omosessuali mi perdonino - la "classificazione" proposta:
l'omosessualità è una devianza, costituisce un'anomalia
del "normale" comportamento sessuale che ha funzione
procreativa e quindi è necessariamente eterosessuale.
L'argomentazione che ultimamente esce da bocche più o meno
erudite è che la coppia omosessuale è strutturalmente
chiusa alla procreazione.
Il comportamento "normale" è dunque quello
eterosessuale.
Ne deriva che l'eterosessuale non è "normale" quando si
sollazza con il sesso orale. Anche la pratica del sesso
anale tra eterosessuali non è "normale". Su quest'ultima
pratica si potrebbe anche formulare l'ipotesi che l'uomo
attratto dai glutei femminili sia un latente omosessuale; i
freni inibitori del condizionamento sociale soffocano la
pulsione omosessuale che si esprime con l'irresistibile
piacere di introdurre il pene nell'orifizio anale
femminile.
Ovviamente non sono "normali" i prolungati toccheggiamenti
reciproci, portati sino all'estremo dell'eiaculazione, che,
lungi dall'essere "atti preparatori" del naturale
accoppiamento, si esauriscono in pratiche masturbatorie,
manifestazione dell'immaturità sessuale che non ha superato
l'onanismo. Anche il ruolo svolto nel rapporto sessuale
dalle mammelle è un chiaro sintomo d'infantilismo sessuale:
disperato bisogno d'amore materno. In "natura" non esiste
alcun corrispettivo confrontabile.
Che dire poi degli eterosessuali che godono nel vedere la
propria donna posseduta da altri uomini o degli scambisti,
dei feticisti, dei guardoni, dei pornografi, dei masochisti
e dei sadici.
Tra gli eterosessuali la "devianza" è molto diffusa.
D'altra parte ne abbiamo ampia conferma se pensiamo a quanti
eterosessuali soddisfano le proprie esigenze sessuali
ricorrendo ad accoppiamenti a pagamento, allo stupro, alla
violenza più brutale, spesso accanendosi su indifesi
bambini. Sì, decisamente molto diffusa la devianza tra gli
eterosessuali. E molto spesso è senza dubbio devianza con
rilevanza clinica e penale. L'elevata frequenza della
devianza tra eterosessuali è un chiaro sintomo di una
sessualità vissuta in modo frustrante.
Dopo gli omosessuali e gli eterosessuali, vi è poi la terza
categoria: i monosessuali.
Appartengono alla categoria dei "monosessuali" coloro che
per obbedienza ad un'autorità superiore rinunciano alla
"normale" vita sessuale con il voto perpetuo di castità e
con l'obbligo di mantenere il celibato.
Si tratta di un'imposizione che sul piano del nostro diritto
costituzionale è molto dubbia, per non dire che costituisce
violazione dei diritti fondamentali dell'uomo. L'obiezione
che nessuno obbliga ad assoggettarsi a queste regole non ha
alcun pregio giuridico poiché nessuna organizzazione
dovrebbe poter istituzionalizzare la violazione dei diritti
naturali e inalienabili di un individuo come requisito per
aderire all'organizzazione stessa. Sarebbe come pretendere
che i magistrati giudicanti debbano rinunciare al diritto di
formare una famiglia per evitare che le banali beghe
familiari possano interferire con la delicata funzione
istituzionale.
Comunque, sorvoliamo sull'aspetto giuridico e soffermiamoci
su quello psichico.
Qualsiasi psichiatra, psicologo, sessuologo, psicoterapeuta
potrebbe senza difficoltà scrivere lunghi libri su quali
possano essere gli effetti sul comportamento quotidiano
della repressione della "normale" pulsione sessuale e della
rinuncia a una "normale" vita sessuale. Una simile
imposizione come può influenzare e modificare il
comportamento di un individuo? In che misura la misoginia
della Chiesa, l'omofobia, l'ossessiva attenzione alla
sessualità, la concezione del "peccato originale", il
valore purificatore che si attribuisce al sacramento del
battesimo, la percezione oscena della nudità, il dogma
dell'immacolata concezione. sono il prodotto della
innaturale vita sessuale dei clerici?
Purtroppo non sono disponibili ricerche sistematiche.
Sarebbe molto interessante se si potesse disporre di un
significativo numero di perizie, condotte con metodo e
scientificità, su appartenenti al clero.
Probabilmente tra i clerici le "devianze" sessuali sono più
frequenti rispetto ad altro campione di "normale" umanità.
Per mancanza di dati raccolti con metodo scientifico questa
è al momento una illazione, che purtroppo trova qualche
riscontro in non sporadici casi di cronaca, nonostante le
gerarchie ecclesiastiche cerchino disperatamente di tacitare
ogni cosa.
Argomentare così, portando a conseguenze estreme ma logiche
l'etichetta di deviante affibbiata all'omosessuale, ci porta
alla perdizione: dovremmo dubitare della salute mentale di
vescovi, cardinali e pontefici.
Signori, davvero pensate di rendere un servizio ai valori
della cristianità, della famiglia, della civiltà,
riducendo l'umanità a un catalogo degli orientamenti e
delle preferenze sessuali? a una sterile elencazione delle
tecniche sessuali? a un repertorio sull'utilizzo degli
orifizi corporali?
Davvero pensate che ragionare con logica genitale favorisca
la crescita dell'uomo e la sua emancipazione dalla natura
animale?
FORUM IN EVIDENZA
13 marzo 2007 0:00
abolizione canoni
13 marzo 2007 0:00
Ci vuole una leggina
13 marzo 2007 0:00
mai più candy
12 marzo 2007 0:00
RAI:INTOLLERABILI INGERENZE DEL FASCISTA LANDOLFI.
12 marzo 2007 0:00
AREAGIOCHI.COM: truffatori senza vergogna
12 marzo 2007 0:00
L'OMOSESSUALITA' E LA DEVIANZA
12 marzo 2007 0:00
Aduc: canone Rai anche per il microonde?
12 marzo 2007 0:00
I media italiani usano anche i nazisti per disinformarci