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Atesia e Telecom Italia
di zerilli
4 maggio 2003 0:00
 
Scrivo a nome di tanti ragazzi di Catanzaro che come me si sono fatti incastrare da una delle tante società del gruppo Telecom Italia e cioe' dalla Atesia s.p.a societa' specializzata nella formazione di ragazzi che dovranno poi lavorare presso i call center della Atesia (o Telecom come preferite), praticamente rispondere al famoso 187 presso la sede della Telecom di Catanzaro località Siano.
Durante il corso quindi ci viene insegnato ad usare i programmi per la gestione della clientela e ci viene detto che il nostro contratto, sara' il famoso Cococo'. Quindi ci viene detto che noi dobbiamo esclusivamente rispondere alle telefonate che ci giungono al 187 di Telecom, che noi siamo degli imprenditori, che lavoriamo in proprio e non abbiamo alcun obbligo di orario lavorativo. In pratica, visto che siamo chiamati dagli utenti di telecom, il nostro compenso sara' retribuito in base alle telefonate ricevute.
Da quando pero' abbiamo iniziato a lavorare purtroppo non e' andata cosi'. Inanzitutto abbiamo dei veri e propri orari di lavoro che non possiamo assolutamente cambiare (se non sbaglio questo e' un part-time), e inoltre ci viene detto (sempre dopo aver iniziato a lavorare) che dobbiamo fare pro-attivita', cioe' cercare di affibbiare alla persona che chiama il 187 un prodotto telecom, che puo' essere una linea adsl, un telefono, una teleconimy ecc. e che piu' facciamo questo e piu' avremo possibilita' di non venire licenziati. Praticamente ora abbiamo anche turni dalle 07.00 di mattina alle 11.30, molti di noi che giungevano al lavoro dalle periferie sono costretti ad alzarsi alle 5 per arrivare in Telecom. Questi turni sono stati dettati anche dal fatto che mentre prima eravamo in pochi a lavorare ora siamo a centinaia (non capisco il perche' di tutte queste assunzioni). Conferma di tutto cio' e' che nelle nostre sale di lavoro, ci sono dappertutto cartelli con sopra scritto: "Gli orari di lavoro vanno rigorosamente rispettati". Per quanto riguarda il discorso della pro attivita' invece, ci ritroviamo ora con colleghi che approfittando della bonta' di qualche vecchietto o di qualche persona poco attenta, attivano servizi di teleconomy, abbonamenti, e altri prodotti Telecom senza essere richiesti. Quindi si ritrovano a guadagnare parecchi soldi (perche' questi servizi quando attivati ci vengono pagati in percentuale dalla Atesia) alle spalle di gente poco attenta che chiama per avere magari un informazione o per un guasto e si vede affibbiare a sua insaputa servizi mai richiesti (molti di questi costano parecchio).
Risultato l'operatore guadagna, la telecom guadagna e chi ci rimette e' il povero utente che vede lievitare la sua bolletta in modo vertiginoso. I furbi infatti chiedono il documento anche per un guasto e cosi' possono affibbiare servizi in tutta tranquillita' sia loro che della Atesia e quindi della Telecom.
In conclusione, se ci fosse un contratto part-time senza tutti questi servizi pagati a parte, la Telecom o Atesia non trufferebbe lo stato con il Cococo', e l'utente finale non sarebbe truffato da gente con pochi scrupoli.
Spero facciate chiarezza su questo fatto.
 
 
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4 maggio 2003 0:00
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