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Attenzione ai Videofonini
di Roby
12 ottobre 2004 0:00
 
Le frequenza sono in grado di rompere il DNA

L' "Universal Mobile Telephone System" (UMTS) costituisce lo standard della terza generazione di servizi telefonici mobili. La prima era la rete analogica, la seconda quella GSM, che ha invaso l'Italia con 56,7 milioni di utenti nel 2003. Con l'UMTS (500.000 abbonati in Italia nel 2003), la telefonia mobile integra nuovi servizi multimediali consentendo ai nuovi terminali di visualizzare immagini a colori, filmati, trasmissione televisive, video telefonate, video conferenze, musica, ecc. sfruttando sia la banda stretta che larga ("bandwith on demand"),consentendo l'interazione con i network fissi.

Ma con la salute come la mettiamo?

A Bologna, un gruppo del CNR, coordinato dal dottor Fiorenzo Marinelli, sta conducendo varie ricerche. "Il sistema UMTS sfrutta radiofrequenze di circa 2450 Megahertz", dice Marinelli. "Nel 1997, uno studio firmato dal dottor Henry Lay, negli Stati Uniti, ha dimostrato che questa particolare frequenza è in grado di "rompere" i filamenti del DNA, cioè di alterare la struttura della molecola chiave degli esseri viventi". È una osservazione sperimentale da tenere nella giusta considerazione, e da approfondire con ulteriori indagini.

"Peccato che i fondi per questo tipo di ricerche siano sempre meno", continua Marinelli, "non sappiamo che fine abbiano fatto i 246 miliardi di lire stanziati nella vendita delle licenze UMTS, per studiare gli effetti delle emissioni elettromagnetiche". Intanto, il consiglio dell'Unione Nazionale Svedese degli affittuari non accetta l'installazione delle antenne per la telefonia mobile di terza generazione sulle case. L'Unione raggruppa il 45% degli affittuari di tutta la Svezia e ha fatto sapere che si opporrà a questa tecnologia, finché non saranno chiariti gli effetti sulla salute.

"Allo stato attuale nessuno sà, o non vuole, dirci in che modo le antenne per l'UMTS possono influire sulla salute umana. Fino a quando non ci sarà chiarezza non faremo costruire antenne sulle abitazioni o nelle loro vicinanze", ha detto il portavoce dell'Unione, Peder Palmstierna. Le cose si stanno muovendo anche in Danimarca: tutti i partiti politici hanno chiesto un dibattito in Parlamento sugli effetti sanitari delle antenne UMTS, alla presenza di Ministri della Salute e rappresentanti della ricerca scientifica.

I sindaci di Copenhagen, Aalborg e molte altre città danesi, che crescono di giorno in giorno, hanno deciso di bloccare l'installazione delle antenne sulle proprietà pubbliche. Si sta tentando di bloccarle anche nelle proprietà private. In Olanda, si è conclusa recentemente una ricerca sugli effetti dei campi elettromagnetici condotta dal TNO (Netherlands Organization for Applied Scientific Research), istituto di ricerca del governo olandese. La ricerca è stata voluta da ben tre Ministeri (Sanità, Telecomunicazioni ed Economia) su forte pressione dei cittadini.

Il Parlamento Olandese ne ha discusso in commissione il 23 ottobre scorso e ha deciso di inviare il report alla Commissione Europea. La ricerca è stata condotta su 72 persone, di cui la metà "elettrosensibili", esposte ad un campo di 1 Volt/metro, alle frequenze degli UMTS. Si è riscontrata una relazione statisticamente significativa tra le alterazioni dei soggetti (mal di testa, nausea, vertigini) e l'esposizione ad un campo elettromagnetico simile a quello dell'UMTS, anche in assenza di fenomeni di riscaldamento del corpo umano.

È in programma una seconda ricerca di verifica dei risultati.

Nel frattempo, nessuna società d'assicurazione è disposta più ad assicurare le imprese che producono cellulari. Il rischio che un domani un utente, o i suoi eredi, possa fare "causa per danni" è giudicato "incalcolabile".

La rivelazione è comparsa in gennaio sulla Süddeutsche Zeitung: "Benché manchino ancora sicure prove scientifiche sulla pericolosità dei cellulari, gli assicuratori preferiscono andare sul sicuro". Gli scienziati non sono ancora d'accordo? Noi non ci fidiamo, spiegano le compagnie assicurative, già rimaste scottate dal caso amianto, usato a tonnellate negli anni Settanta per rendere sicuri i palazzi contro gli incendi, poi si è scoperto che è altamente cancerogeno, e le compagnie hanno dovuto pagare danni per miliardi di dollari, soprattutto in America.

"Abbiamo rifiutato ingenti offerte dai produttori di telefonini", hanno confermato al quotidiano di Monaco le due più grandi compagnie di mediazione assicurativa: la "Marsh" e la "Aon". Due società che conoscono bene il mercato mondiale perché fanno da intermediarie tra le compagnie d'assicurazione e le grandi industrie. Georg Bräuchle, direttore commerciale presso la "Marsh Deutschland" ha dichiarato che "per la prima volta i contratti per i cellulari sono stati esclusi per il 2004".

"Anche noi abbiamo detto no", conferma un portavoce della Aon tedesca.

"Per quanto ci riguarda, già da tempo, abbiamo rinunciato a coprire il rischio dei portatili", rivela il portavoce della Allianz, la più grande compagnia assicurativa tedesca.

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Ora un assessore bolognese denuncia che sono spariti i fondi per il monitoraggio inquinamento UMTS. A questo punto mi sorgono dei dubbi e mi viene da pensare che il tutto sia stato fatto per evitare controlli sulle frequenze UMTS usate dai videofonini: "che sia vero che faccia male alla salute ??? Se cosi fosse in molti ci rimetterebbero milioni di euro e i cittadini ci rimetterebbero la salute."

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Denuncia assessore: niente fondi contro l'inquinamento Umts

I 'Fondi UMTS' stanziati dalla Finanziaria del Governo Amato per l'adeguamento delle strutture e la formazione del personale addetto al controllo dell'inquinamento elettromagnetico di Regioni e Comuni sono scomparsi nel nulla. Nessuna notizia si ha anche delle risorse, che pure dovevano essere ripartite tra le Regioni, previste dalla legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico del 2001. La denuncia viene dall'assessore all'ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Emilia-Romagna, Guido Tampieri, che per questo motivo ha chiesto la convocazione di un incontro tra le Regioni che si terrà il 27 ottobre prossimo a Roma.

"Regioni, Comuni e Agenzie regionali per la prevenzione e l'ambiente - ha dichiarato Tampieri - non hanno ricevuto fino a oggi nemmeno un euro, pur in presenza di accordi tra Regioni ed Anci. Ora quelle risorse scompaiono del tutto: è l'ennesimo 'taglio indolore' del Governo Berlusconi operato sulla salute della gente".

Dopo una prima decurtazione del 50% a seguito dell'emergenza BSE, le risorse provenienti dalla vendita delle licenze dei cosiddetti "telefonini di terza generazione" e destinate a sostenere la ricerca nel settore dei campi elettromagnetici, erano state ripartire da un DPCM del 2002. Tale ripartizione prevedeva 11.620.280 euro al Ministero delle Comunicazioni per attività di studio e di ricerca sui possibili rischi dei campi elettromagnetici; 20.658.275 di euro alla Fondazione Ugo Bordoni per la realizzazione della rete di monitoraggio dei campi elettromagnetici ; 18.075.991 a Regioni e Comuni appunto per l'adeguamento delle strutture di monitoraggio e la formazione del personale; 12.911.422 di euro al Ministero delle Attività Produttive per la promozione di nuove tecnologie nel campo dei sistemi radianti.
 
 
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