ATTENZIONI LAVORATORI...QUESTA e´ GENTE di SINISTRA...LEGGETE cosa VOGLIONO FARE!!!!!!!!!!!!!
di operaio socialista (fan di Bettino)
31 agosto 2006 0:00
IL SONDAGGIO / Consenso sulla proposta di Ichino rilanciata
da Prodi per gli impiegati pubblici Statali, larghe intese
antifannulloni Il 70% degli italiani, sia a destra sia a
sinistra, favorevole al licenziamento STRUMENTIVERSIONE
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L'Italia e gli statali
Licenziare almeno una parte dei dipendenti pubblici che non
lavorano? La proposta, avanzata qualche giorno fa sul
Corriere della Sera da Pietro Ichino, ha suscitato grandi
polemiche. Alcuni esponenti del mondo dell'economia e della
politica (compreso lo stesso presidente del Consiglio,
Romano Prodi) hanno detto di condividerla. Mentre altri,
specie nel sindacato, l'hanno definita una «sciocchezza »
o, tutt'al più, una «provocazione ».
Tra gli italiani nel loro insieme l'idea suscita una larga
approvazione. E, ciò che è più significativo, il consenso
è presente tra tutte le categorie, con una accentuazione
tra i più giovani e tra chi possiede un titolo di studio
più elevato. Ancoramaggiore è l'adesione tra i residenti
nel Nord-Est. Com'è ovvio, l'idea di licenziare trova minor
plauso nell'elettorato di centrosinistra. Ma anche qui resta
maggioritaria: persino tra chi si definisce di sinistra
tout-court, il 62% condivide la proposta di Ichino.
Unorientamento così diffuso trae origine dalla visione che,
a torto o a ragione, gli italiani si sono fatti del settore
pubblico. Giudicato dalla maggioranza (quasi il 60%) meno
efficiente di quello privato (anche se il 14% - che diventa
il 24% tra chi si dichiara di sinistra tout-court - lo
ritiene viceversa più efficiente).
Al sostanziale accordo con l'idea di licenziare i
«lavativi», si accompagna però la convinzione che il
giudizio sull'efficienza dei singoli debba essere espresso
da criteri oggettivi: la proposta, sempre avanzata da
Ichino, concernente l'indicazione degli inefficienti da
parte di altri lavoratori accusati di scarso rendimento,
trova consenso solo in una minoranza (17%). Quasi tre
italiani su quattro (anche in questo caso, specialmente i
giovani), viceversa, suggeriscono una più estesa e puntuale
applicazione dei sistemi di misurazione della produttività
anche ai lavoratori pubblici.
Alcuni, pur condividendo il suggerimento di Ichino, ne hanno
sottolineato la difficoltà - secondo qualcuno
l'impossibilità - di implementazione, sia per le resistenze
interne alla stessa P.A., sia per gli intrecci tra
quest'ultima e il mondo della politica. Forse anche per
questi motivi, gran parte degli italiani, benché persuasa
dalla proposta in sé, non ritiene che la sua attuazione
possa rendere davvero più efficiente il settore pubblico.
Per questo, la maggioranza auspica, da subito, una più
ampia riorganizzazione dell'intero comparto. Si tratta,
certo, di una richiesta fondata.
E' del tutto evidente, infatti, che, oltre a sollevare
conflitti sociali rilevantissimi, specie in certe zone del
Paese (una larghissima parte della popolazione meridionale
vive, come si sa, del «pubblico »), il licenziamento degli
inefficienti non garantirebbe di per sé il ritorno al buon
funzionamento del settore. Che necessita di interventi
organizzativi e normativi di più vasta portata. Resta il
fatto, però, che la reale introduzione, anche nel settore
pubblico, della possibilità di licenziare, costituirebbe,
secondo la maggioranza degli italiani - anche di quelli
residenti al sud - un segnale forte di svolta e di
rinnovamento.
Renato Mannheimer
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