Cancro del colon nel Lazio: prevenzione o diagnosi precoce?
di mauropon
27 marzo 2019 14:33
Il DCA del Lazio U00030 del 20 gennaio 2017 predispone un
"percorso" per la prevenzione e la gestione dei tumori del
colon. Tale percorso si basa sulla tripletta "presenza di
sintomatologia+anamnesi familiare+FIT (=ricerca sangue
occulto fecale)" ed è sicuramente in grado di diagnosticare
precocemente (peraltro non sempre e solo in una percentuale
di casi non superiore al 75%, in quanto le lesioni
potrebbero non sanguinare...) una lesione cancerosa o
precancerosa già esistente, che abbia dato una
sintomatologia clinica o che abbia sanguinato: di
conseguenza, salvo i casi di lesioni sanguinanti non ancora
cancerizzate, in cui i due termini possono coincidere, si
deve parlare di diagnosi precoce e non di prevenzione.
Come indicato dalla letteratura scientifica e riportato
anche nel DCA citato, l'unica forma di prevenzione al 100%
è l'esecuzione di una colonscopia ogni 5 anni (atteso che
per la comparsa di una lesione passano 5 anni e che tra la
comparsa di una lesione e la sua cancerizzazione passano in
media altri 5 anni), tanto che la L. 388/00, art. 85, c. 04,
prevedeva, appunto, una colonscopia preventiva volontaria
quinquennale, addirittura in assenza di ticket, catalogata,
nel sistema prescrittivo regionale col codice D04.
La Regione Lazio, in sordina e senza neanche citare tale
legge nelle premesse del DCA citato, ha di fatto abolito
(ufficialmente: "sospeso") tale codice (senza, peraltro,
eliminarlo ufficialmente, nel sito, tra i codici di
esenzione! E qui, forse, si evidenzia la malafede), rendendo
impossibile per l'utente l'esecuzione attraverso il SSN, di
una colonscopia quinquennale volontaria di prevenzione,
anche col pagamento del ticket (salvo che il mmg non voglia
inserire falsamente nella prescrizione il codice di una
patologia inesistente).
La conseguenza di tutto questo è che, nel Lazio, a fronte
di un risparmio esiguo ma attuale derivante dalle
(economiche e, ritengo, non numerose) colonscopie volontarie
in soggetti sani e asintomatici non eseguite, avremo
un'enorme spesa ma futura per la diagnosi, l'assistenza, le
terapie antitumorali, i controlli e quant'altro di tutti
coloro che oggi sono "sfuggiti" al percorso descritto nel
DCA.
A tutto questo dobbiamo aggiungere il fatto
incontrovertibile (ho le prove documentali, inviate anche
alla mia ASL) che oggi non è possibile avere un
appuntamento per una colonscopia in tutto il Lazio
attraverso il ReCUP, in barba ai vari risibili Piani
Nazionali per la Gestione delle Liste d'Attesa (PNGLA),
l'ultimo dei quali appena pubblicato. Prosit!
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