Il legame tra Vaticano e potere fascista non si limita
certamente alla benedizione delle sue armate bensì si attua
soprattutto nella funzione di controllo e di spionaggio che
i preti attuano nei confronti del popolo, soprattutto grazie
al meccanismo della confessione.
Nel 1944 in una piccola frazione di Tolentino (in provincia
di Macerata), chiamata Contrada La Bura, un giovane polacco,
fuggito da un campo di prigionia situato alla periferia di
Macerata e che era stato bombardato dagli anglo-americani,
trova rifugio presso una famiglia di contadini. La Bura è
una piccola contrada situata sul dorso di una ripida
collina. Lì il giovane polacco trova riparo e conforto e
per qualche tempo vive tranquillo aiutando la famiglia nel
duro lavoro dei campi.
Un giorno la donna di casa si reca in paese alla messa e a
fare la confessione. Il prete gli chiede se in casa
nascondono qualcuno. Non perchè lo sospetti, è piuttosto
una domanda che rivolge a tutti perchè dei molti
prigionieri fuggiti dal campo di prigionia, durante il
bombardamento, ce ne sono diversi ancora latitanti e quindi
la rete spionistica clerical-fascista si mette in moto per
rintracciarli prima che magari riescano in qualche modo ad
unirsi alla resistenza partigiana attestata nelle vicine
montagne.
Il prete ammonisce la donna di dire la verità, perchè
altrimenti il Signore la punirà. La povera donna, credente
e fedele, impaurita confessa e racconta al prete del giovane
polacco. La mattina seguente di buon'ora la Contrada La Bura
viene svegliata dal rumore di alcune camionette dei
carabinieri e dei fascisti. La fortuna volle che il
convoglio sbagliasse destinazione andandosi a fermare in una
casa che precede quella dove si trova il giovane polacco. Il
padrone di casa comprende subito il motivo della visita e
riesce, prima che i fascisti blocchino la casa, ad inviare
il più piccolo dei suoi figli, un bambino, ad avvertire la
famiglia che ospita il polacco del pericolo incombente.
Così il giovane polacco riesce ad evitare la cattura
scomparendo per i campi (purtroppo venne poi arrestato
alcuni mesi più tardi sulle montagne e fucilato) e la
famiglia che lo ospitava riesce così ad evitare una morte
sicura.
Diversi episodi analoghi, di spiate dei preti, si
verificarono soprattutto nelle zone più antifasciste quali
le Marche, l'Umbria, l'Emilia Romagna, al punto che i
partigiani coniarono un famoso slogan: "se vedi un punto
nero all'orizzonte spara a vista! O è un prete o un
fascista!", a sottolineare che tra le due tipologie di
uomini sostanzialmente non c'era differenza.
Nota: questo articolo è stato reperito da uno dei tanti
siti gestiti da associazioni ex partigiane. Per amore di
verità, va comunque detto che vi furono anche preti (in
netta minoranza rispetto ai primi) che intesero dare un
contributo morale e materiale tangibile nel sostenere la
lotta partigiana di liberazione, dando asilo a partigiani
ricercati o ad ebrei. Si trattò di esempi isolati che non
possono in alcun modo alterare l'immagine peculiare di un
clero vilmente schierato con un fascismo illegale, oltre che
sanguinario ed autoritario.
FORUM IN EVIDENZA
6 novembre 2006 0:00
A proposito di cristo
6 novembre 2006 0:00
DA CHE PARTE STANNO?
5 novembre 2006 0:00
Quando i topi scappano
5 novembre 2006 0:00
FACCIACULISTI ALL'ATTACCO!!
5 novembre 2006 0:00
PEZZI EVERSIVI DI UNO STATO A PEZZI
5 novembre 2006 0:00
CATTOLICESIMO RELIGIONE DEI FASCISTI.
5 novembre 2006 0:00
Palestina
4 novembre 2006 0:00
Pubblicita' di Unicredit
4 novembre 2006 0:00
Recesso a causa prodotto avente prezzo fuori mercato