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CATTOLICESIMO RELIGIONE DEI FASCISTI.
di antifascista
5 novembre 2006 0:00
 

CATTOLICESIMO=FASCISMO=NAZISMO

Vaticano e fascismo.

Il legame tra Vaticano e potere fascista non si limita certamente alla benedizione delle sue armate bensì si attua soprattutto nella funzione di controllo e di spionaggio che i preti attuano nei confronti del popolo, soprattutto grazie al meccanismo della confessione.

Nel 1944 in una piccola frazione di Tolentino (in provincia di Macerata), chiamata Contrada La Bura, un giovane polacco, fuggito da un campo di prigionia situato alla periferia di Macerata e che era stato bombardato dagli anglo-americani, trova rifugio presso una famiglia di contadini. La Bura è una piccola contrada situata sul dorso di una ripida collina. Lì il giovane polacco trova riparo e conforto e per qualche tempo vive tranquillo aiutando la famiglia nel duro lavoro dei campi.

Un giorno la donna di casa si reca in paese alla messa e a fare la confessione. Il prete gli chiede se in casa nascondono qualcuno. Non perchè lo sospetti, è piuttosto una domanda che rivolge a tutti perchè dei molti prigionieri fuggiti dal campo di prigionia, durante il bombardamento, ce ne sono diversi ancora latitanti e quindi la rete spionistica clerical-fascista si mette in moto per rintracciarli prima che magari riescano in qualche modo ad unirsi alla resistenza partigiana attestata nelle vicine montagne.

Il prete ammonisce la donna di dire la verità, perchè altrimenti il Signore la punirà. La povera donna, credente e fedele, impaurita confessa e racconta al prete del giovane polacco. La mattina seguente di buon'ora la Contrada La Bura viene svegliata dal rumore di alcune camionette dei carabinieri e dei fascisti. La fortuna volle che il convoglio sbagliasse destinazione andandosi a fermare in una casa che precede quella dove si trova il giovane polacco. Il padrone di casa comprende subito il motivo della visita e riesce, prima che i fascisti blocchino la casa, ad inviare il più piccolo dei suoi figli, un bambino, ad avvertire la famiglia che ospita il polacco del pericolo incombente.

Così il giovane polacco riesce ad evitare la cattura scomparendo per i campi (purtroppo venne poi arrestato alcuni mesi più tardi sulle montagne e fucilato) e la famiglia che lo ospitava riesce così ad evitare una morte sicura.

Diversi episodi analoghi, di spiate dei preti, si verificarono soprattutto nelle zone più antifasciste quali le Marche, l'Umbria, l'Emilia Romagna, al punto che i partigiani coniarono un famoso slogan: "se vedi un punto nero all'orizzonte spara a vista! O è un prete o un fascista!", a sottolineare che tra le due tipologie di uomini sostanzialmente non c'era differenza.


Nota: questo articolo è stato reperito da uno dei tanti siti gestiti da associazioni ex partigiane. Per amore di verità, va comunque detto che vi furono anche preti (in netta minoranza rispetto ai primi) che intesero dare un contributo morale e materiale tangibile nel sostenere la lotta partigiana di liberazione, dando asilo a partigiani ricercati o ad ebrei. Si trattò di esempi isolati che non possono in alcun modo alterare l'immagine peculiare di un clero vilmente schierato con un fascismo illegale, oltre che sanguinario ed autoritario.

 
 
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