Il nome di Jurij Druznikov è molto noto all'estero ma
praticamente sconosciuto nel nostro paese. Il suo romanzo
Angeli sulla punta di uno spillo è stato a lungo proibito
in madrepatria, l'URSS: dopo il suo crollo, in neanche un
mese vendette 250.000 copie. Nel 2001 l'autore è stato
candidato al premio Nobel per la letteratura.
Nato a Mosca nel 1933, Druznikov è stato praticamente da
sempre sotto l'occhio vigile della polizia segreta, prima
perché ritenuto un "sottostimatore del ruolo di Stalin
durante la guerra civile russa" e poi per generiche accuse
di sovversività.
I suoi lavori erano costantemente tagliati dalla censura,
finché nel 1987 decise di lasciare l'URSS, recandosi prima
a Vienna e infine negli USA.
Il suo romanzo è un vero e interessante spaccato di vita a
Mosca negli anni '60, ma è anche una girandola di colpi di
scena che coniuga ricostruzione storica, un notevole sense
of humour e il mistero di un manoscritto scomparso.