Mentre il papa si scagliava per l'ennesima volta contro i
PACS, avanzando la pretesa che sia sbarrata la strada alle
unioni gay nel nostro Paese ("La Repubblica del 14 maggio,
pag. 15), un monsignore funzionario della Segreteria di
Stato della Santa Sede, residente in Vaticano, è stato
sorpreso da una volante della polizia mentre si intratteneva
nella sua auto con un transessuale nella zona romana
considerata il "regno della prostituzione maschile". Ha
cercato di darsi alla fuga con la macchina, ma è andato a
sbattere contro alcune auto, fra le quali quella della
polizia, e ha poi fatto resistenza agli agenti, procurando
loro delle lesioni. E' stato portato in questura e
denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni
personali ("La Repubblica" del 14 maggio, pag. 24). Secondo
l'articolo, il monsignore, C.B., 48 anni, è dottore in
diritto canonico e autore di testi universitari. Pare che
abbia detto agli agenti la famosa frase: "Lei non sa chi
sono io!". Ora la questione è nelle mani di un pubblico
ministero romano che si spera che si faccia intimidire
altrettanto poco degli agenti e proceda come contro
qualunque altro tizio denunciato per le stesse violazioni
del codice penale.
Al papa un piccolo consiglio: prima di pontificare in casa
d'altri, guarda quello che succede in casa tua.
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16 maggio 2006 0:00
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