NEW YORK
«Le immagini dalla Turchia di Mr. Bush e Blair che
sorridenti annotano per la storia "l'Iraq è libero"?
Bizzarra interpretazione della storia. Abbiamo illegalmente
invaso e aggredito l'Iraq, imposto il terrorismo di stato da
Washington, ucciso a dir poco diecimila civili iracheni, e
occupato l'Iraq coadiuvati dalla interferenza di europei in
nome di questa globalizzazione folle e questa sì
fondamentalista, introducendo i nostri modelli di
sfruttamento del Medio Oriente. E' una realtà che va letta,
correttamente. E totalmente cambiata». E' con questa
appassionata denuncia che inizia l'intervista sull'Iraq
della «fase di transizione» a Dennis Halliday,
plenipotenziario per 34 anni del segretario delle Nazioni
unite, con lunga esperienza in Iraq.
Con altrettanto coraggio, alla fine del 1998, rassegnò le
dimissioni dall'incarico assegnatogli dall'Onu per il
programma «Oil for Food», perché si rifiutò di essere
partecipe del «genocidio» della popolazione irachena per
le sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza.
Gli Stati uniti all'ultimo momento hanno reinventato un
ruolo per l'Onu. Che ne pensa?
Le Nazioni unite non possono adempiere nessun ruolo in Iraq
sino a quando il paese è sotto l'occupazione americana.
Può tornare soltanto se e quando ci sarà un nuovo governo
iracheno, legittimamente eletto. Le Nazioni unite non
possono assumersi la responsabilità per i prossimi sei mesi
in Iraq, come farebbe comodo agli Stati uniti. Siamo già
responsabili della politica assassina e genocida delle
sanzioni.
Siamo responsabili di aver collaborato con gli americani
nella morte di migliaia e migliaia di innocenti civili
iracheni. Per questo abbiamo pagato un prezzo legittimo ed
appropriato.
Qual è la sua analisi ad oltre un anno dall'invasione
americana?
Son tornato in Iraq poco prima che gli americani,
«illegalmente», invadessero il paese, a gennaio-febbraio
2003. Conseguenze catastrofiche aspettano la società
irachena. Le conseguenze di 12 anni di sanzioni, dopo la
prima invasione americana di Bush padre, hanno distrutto
l'intera infrastruttura civile. La seconda e recente
invasione americana ha provocato danni ulteriori e
catastrofici, causati da una campagna militare di
bombardamenti e missili che hanno lanciato oltre mille
tonnellate di uranio impoverito. L'ultimo dato ufficiale è
di 10mila morti iracheni. Ritengo che il bilancio sia tre
volte superiore. I danni provocati dall'uranio impoverito di
questa seconda invasione e di contaminazione delle risorse
per la sopravvivenza dell'Iraq perdureranno per ... un
miliardo di anni futuri.
Armi già bandite dalla comunità internazionale...
Ma che continuano ad essere impiegate impunemente da Gran
Bretagna, Italia e soprattutto dagli Stati uniti, nella
prima e seconda invasione.
Per queste responsabilità, si può parlare di crimini di
guerra?
Mr. Bush andrebbe arrestato, secondo le norme di un
tribunale internazionale. Prima o poi dovrà subire un
processo per «crimini di guerra» commessi contro la
popolazione irachena. A questo scopo in vari paesi si sono
formati tribunali internazionali indipendenti. Sono
promotore di una assise nel mio paese, in Irlanda. I lavori
verranno completati a fine 2005 ad Ankara. E' qui che
l'intera catena di comandi militari e politici verrà messa
sotto processo. Nella lista sono inclusi Bush, Blair e tutti
i leader dei paesi che «volontariamente» hanno autorizzato
a commettere questi crimini in Iraq.
Quali sono gli elementi specifici del «crimine di guerra»
imputabili agli otto paesi europei, fra cui Irlanda e
Italia?
I leader europei dell'«alleanza dei volenterosi» non hanno
avuto né il coraggio né la volontà di resistere a Bush
per l'illegale invasione militare. Una grossa
responsabilità di cui dovranno render conto. Noi in Irlanda
abbiamo permesso l'atterraggio sul nostro territorio di
17mila bombardieri e missili, negli ultimi 18 mesi. E in
Italia Berlusconi non solo si è schierato in difesa di
Bush, ma viene da questi considerato l'alleato più
fedele.
Che prospettive ha il «nuovo» governo di transizione
iracheno?
Non è un governo legittimo, ma un governo fantoccio. Non è
eletto dalla popolazione irachena, ma imposto dagli Stati
uniti. Il primo ministro Allawi ha un passato di
collaborazione con la Cia.
L'ambasciatore John Negroponte, con i suoi precedenti in
Honduras, dirigeva le squadre della morte in Nicaragua ed in
America Latina. Ha a sua disposizione 20 miliardi di
dollari, approvati dal Congresso Usa. Speriamo vengano usati
per servire gli interessi degli iracheni e non quelli delle
multinazionali come la Halliburton. Come possiamo mai
pensare che gli iracheni ripongano grande fiducia in questa
prospettiva? E' altrettanto vero però che gli iracheni sono
disperatamente pieni di speranza e di maggiore sicurezza e
stabilità. Conoscendo bene gli iracheni, ritengo che
ignoreranno gli «ordini» lasciati da Bremer, il
«dittatore» americano che ha lasciato Baghdad. Ma fino a
quando americani, inglesi e altri continueranno ad essere
forze occupanti, aumenterà la resistenza delle popolazioni
locali. Non sono «terroristi». Odio questa parola. Il
terrorismo di stato è stato imposto dagli Stati uniti e
quello ha alimentato la resistenza irachena all'aggressione
degli americani e della coalizione. Gli iracheni, che
conosco bene, sono orgogliosi della propria storia, della
loro dignità calpestata dalle truppe straniere che hanno
ucciso, distrutto le loro case e città. Il ritiro dall'Iraq
deve essere immediato. Solo così gli iracheni potranno
gestire il paese a modo loro. Attenzione. Non è il 51mo
stato dell'America: è l'Iraq. La forma di democrazia che
sceglieranno non sarà il modello voluto dagli americani. Un
modello di democrazia quello americana che, francamente, non
mi sembra brillare tanto da poter essere imposta al
mondo