OGGETTO: Rimozione del simbolo religioso cattolico da tutte
le aule giudiziarie italiane.
Al Ministro di Giustizia
On.le Clemente Mastella
Via Arenula 70
00186 R O M A
Io sottoscritto Luigi Tosti, res. a Rimini, Via Bastioni
Orientali n. 38, nella mia duplice qualità di magistrato
ordinario di questa Repubblica e di cittadino italiano
imputato nei procedimenti penali nn. 2366/05, 3188/05,
3373/05, 3800/05R.G., 78/2006 e 194/2006 Mod. 21 P.M.
Tribunale de L'Aquila e nei procedimenti riuniti nn. 637 e
638/2005 R.G. Tribunale de L'Aquila, reitero per l'ennesima
volta, la richiesta di immediata rimozione dei simboli
religiosi da tutte le aule giudiziarie italiane, in
ottemperanza al principio di laicità dello Stato e in
ossequio alla pronuncia della Corte di Cassazione Penale, IV
Sez., del 1.3.2000 n. 439, che ha espressamente sancito che
tutta la normativa fascista relativa all'ostensione del
crocifisso negli uffici pubblici deve ritenersi abrogata, ex
art. 15 disp. prel. al cod. civile, per incompatibilità
assoluta coi principi di laicità, di libertà religiosa e
di eguaglianza dei cittadini affermati dalla Carta
Costituzionale e dalla Convenzione per la salvaguardia dei
diritti fondamentali dell'Uomo.
In subordine Le chiedo di esporre in tutte le aule
giudiziarie, a fianco del crocifisso ed in ottemperanza al
principio di eguaglianza di tutte le religioni e di tutti
cittadini, tutti i simboli di tutti i credo religiosi
concepiti dalla mente dell'uomo e, in particolare, il
simbolo dell'Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti e
la menorà ebraica (le rammento che la Corte Costituzionale
ha sempre attribuito all'ateismo e all'agnosticismo gli
stessi diritti e la stessa dignità che competono alle
ideologie positive).
Ribadisco che nella mia qualità di magistrato mi rifiuto di
violare il mio obbligo giuridico di essere e di apparire
imparziale, perché ritengo di dover rispettare sia il comma
2° dell'art. 111 della Costituzione che l'art. 6, 1°
comma, della Convenzione sui diritti dell'Uomo e, pertanto,
mi rifiuto di calpestare il diritto dei cittadini non
cattolici e dei cittadini non credenti di essere giudicati
da giudici "visibilmente imparziali".
Ribadisco, poi, che nella mia qualità di imputato mi
rifiuto di farmi processare da giudici partigiani che si
identificano platealmente nei crocifissi cattolici appesi
sopra la loro testa, e non nei simboli neutrali dell'unità
nazionale che, guarda caso, sono accuratamente estromessi
dalle aule giudiziarie italiane: tanto più in processi nei
quali questi giudici di parte cattolica -che cioè accettano
di far parte di un'Amministrazione connotata di
cristianità- sono chiamati ad esprimere un giudizio di
colpevolezza o di innocenza in relazione ad un mio
comportamento che è diametralmente opposto, cioè di
rifiuto radicale di giudicare in nome di quel "loro"
idolo.
Ribadisco che non accetto di essere processato da giudici
che sono indotti a condannarmi per non correre il rischio,
in caso contrario, di essere sottoposti a procedimenti
disciplinari da parte del Ministro di Giustizia, nonché al
linciaggio pubblico da parte delle più Alte cariche
istituzionali, politiche e "religiose" dello Stato Cattolico
Italiano.
Le ricordo, a tal proposito, che il giudice dell'Aquila
dott. Mario Montanaro, "reo" di aver pedissequamente seguito
l'orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione e
della Corte Costituzionale; "reo" di avere applicato e
rispettato la Costituzione Italiana e la Convenzione per la
salvaguardia dei diritti fondamentali dell'Uomo, "reo" di
avere considerato un cittadino italiano di fede musulmana
uguale e di dignità pari a quella di un cittadino
cattolico, è stato sottoposto alla vergognosa intimidazione
del Ministro della Giustizia Castelli, che ha disposto
un'immediata ispezione a suo carico ed ha pubblicamente
bollato la sua ordinanza, senza neppure leggerla, come un
"provvedimento abnorme", "ricordando di aver ricevuto da
Adel Smith la strampalata richiesta -cui ovviamente non ha
dato seguito- di togliere i crocifissi dalle aule
giudiziarie".
Le ricordo che persino il Presidente della Repubblica Carlo
Azelio Ciampi ha scagliato i suoi strali contro il giudice
Montanaro, caldeggiando pubblicamente la riforma della sua
ordinanza ("si tratta di una decisione non definitiva,
suscettibile di impugnazione") e censurandola, nel merito,
sino al punto di affermare che "il crocifisso nelle scuole
è sempre stato considerato non solo come segno distintivo
di un determinato credo religioso, ma soprattutto come
simbolo di valori che stanno a base della nostra
("nostra"???) identità", dimenticandosi forse di rivestire
la carica istituzionale di Presidente del Consiglio
Superiore della Magistratura e, quindi, di garante dell'
indipendenza e dell'imparzialità dei giudici (estremamente
significativa è la circostanza che le "motivazioni"
"suggerite" da questo dictat Presidenziale siano poi state
pedissequamente recepite dai giudici amministrativi, al pari
del dictat del Cardinal Ruini, presidente della Confer.
Episc. Italiana, che ha affermato che "il crocifisso esprime
l'anima profonda del nostro Paese e deve dunque rimanere
come segno dell'identità della nostra nazione. La decisione
del giudice Montanaro ci ha sorpreso sia per il contenuto
che per le ragioni addotte").
Le ricordo che Benedetto XVI, Capo di uno Stato estero che
gode di spazi televisivi RAI infinitamente superiori a
quelli destinati al Presidente della Repubblica Italiana, ha
lanciato il suo dictat affermando che "E' importante che Dio
sia visibile nelle case pubbliche e private, che Dio sia
presente nella vita pubblica, con la presenza dei crocefissi
negli uffici pubblici" (faccio osservare, incidentalmente,
che nessuno vieta a Dio, che è fatto a nostra immagine e
somiglianza, di rendersi visibile di persona, quando e
dovunque voglia).
Le ricordo che Pierluigi Castagnetti ha "gentilmente"
bollato l'ordinanza del giudice Montanaro come "una sentenza
priva di intelligenza, buonsenso e legittimità" Le ricordo
che Roberto Maroni l'ha bollata come "una sentenza
aberrante, che va cancellata al più presto perché un
giudice non può cancellare millenni di storia"). Le ricordo
che Roberto Calderoli ha bollato l' ordinanza come "una
bestemmia, le cui motivazioni gli appaiono ancor più gravi"
(per il leghista è inconcepibile che un musulmano possa
essere uguale ad un cattolico, come è inconcepibile per
alcuni uomini di razza bianca che i "negri" possano godere
dei loro stessi diritti).
Le ricordo che il Vice Presidente del Consiglio Superiore
della Magistratura Virginio Rognoni, dimenticandosi forse di
rivestire il ruolo istituzionale di garante
dell'indipendenza e dell'imparzialità dei giudici, ha
dichiarato di "essere disorientato e preoccupato" (di che?
Forse del fatto che il giudice Montanaro aveva fatto
pedissequa applicazione delle sentenze della Cassazione e
della Corte Costituzionale?)
Le ricordo che il vicepresidente del Consiglio dei Ministri
Fini ha graziosamente bollato il provvedimento del dr.
Montanaro come una "decisione assurda e sconcertante,
operata da un magistrato evidentemente in cerca di
notorietà, che offende i sentimenti profondi della
stragrande maggioranza degli italiani" (quali? Forse quelli
dediti alla pratica del razzismo e della discriminazione
religiosa?).
Le ricordo che il Ministro dell'Interno Pisanu, dall'alto
della sua carica istituzionale, ha pubblicamente dichiarato
di "sentirsi offeso dalla sentenza del giudice Montanaro,
sia come cristiano che come cittadino: il crocifisso,
infatti, non è solo il simbolo della mia religione, ma
anche l'espressione più alta di 2000 anni di civiltà" (a
quale "civiltà allude l'On.le Pisanu? Forse alle "sante
crociate", che hanno provocato lo sterminio di milioni e
milioni di "infedeli musulmani"? Forse ai roghi su cui sono
stati fatti cristianamente ardere gli eretici, gli
omosessuali e le streghe? Forse alle torture cristianamente
inflitte dai Tribunali della "Santa" Inquisizione? Forse
all'imposizione di simboli distintivi, alle ghettizzazioni,
alle persecuzioni razziali ed all'olocausto contro gli ebrei
ed agli stermini dei valdesi e degli ugonotti?)
Le ricordo che il segretario dell'UDC Follini ha bollato il
provvedimento del dr. Montanaro come un "errore clamoroso,
che colpisce i sentimenti delle persone (quali?) senza
aggiungere nulla alla piena autonomia delle
istituzioni".
Le ricordo che il capogruppo centrista alla Camera Volonté
ha definito l'ordinanza come "sconcertante, oltre che
sbagliata, invitando l'Avvocatura di Stato e il Ministro
Moratti ad intervenire in sede giudiziaria per tutelare le
leggi (??) e la morale civile (??????)". Le ricordo che il
Sindaco DS di Roma Veltroni ha bollato il provvedimento come
"sentenza priva di intelligenza, che non aiuta
l'integrazione" (forse per l'On.le Veltroni l'integrazione
consiste nell'obbligo degli atei e dei credenti in religioni
diverse dal cristianesimo di prostrarsi dinanzi al "suo"
crocifisso, perché "UNICO" simbolo depositario di Verità,
civiltà, tolleranza etc. etc.).
Le ricordo che Sandro Bondi di Forza Italia ha invocato
addirittura "l'intervento del Parlamento (non, per fortuna,
quello dell'ONU) per ristabilire la sovranità popolare e
democratica rispetto a decisioni come quella assunta da un
funzionario dell'ordine giudiziario che offendono i valori
fondamentali della nostra (???) storia, della nostra (???)
cultura e della nostra (???) identità nazionale". Le
ricordo che Francesco Storace, Presidente della regione
Lazio, ha "provato una fortissima indignazione per la
sentenza dell'Aquila, che è la logica conseguenza di una
grave tendenza che punta alla negazione di valori che fanno
parte della tradizione italiana ed europea. E' bene che si
cominci a dire forte e chiaro che i cattolici non possono
essere considerati ospiti (???) in Italia."
Le ricordo che Gianni Alemanno, ministro delle politiche
agricole, ha espresso pubblica "indignazione per la sentenza
del giudice Montanaro: aprire alle altre culture non può e
non deve significare la cancellazione (????????) della
nostra (????) identità italiana" (evidentemente per
Alemanno non si è italiani se non si è cattolici).
Le ricordo che il Comitato Nazionale per la Giustizia,
presieduto dall'Avv. perugino Giacomo Perrone e dal
segretario Gianfranco Sassi, magistrato in pensione, ha
chiesto al Ministro di Giustizia Castelli di promuovere
l'azione disciplinare nei confronti del dott. Montanaro,
"denunciando la natura prettamente politica della decisione,
che contrasta con i principi dell'ordinamento dello Stato e
con la normativa vigente (follia!), emessa per di più su
ricorso del Presidente dell'Unione Musulmani d'Italia,
autore di un grave atto di ostilità (non c'è limite
all'impudenza)", e bollandola come un' "abnorme pronuncia
giudiziaria, chiaramente parziale, e come tale lesiva del
prestigio della magistratura (esiste un giudice a Berlino,
ma, non certo, nella specie, a L'Aquila".
Le ricordo che il Segretario della Conferenza Episcopale
Italiana Mons. Betori ha dichiarato che "la Croce è un
simbolo irrinunciabile per il popolo italiano e che la
sentenza del giudice Montanaro è in contraddizione con una
legge vigente dello Stato, che nessun Parlamento ha mai
cambiato, tanto meno la Costituzione" (dal che si arguisce
che i giudici della IV Sezione penale della Cassazione sono,
agli occhi dell'Alto Prelato, dei perfetti
incompetenti).
Le ricordo che il giudice Montanaro è stato fatto oggetto
di intimidazioni e minacce di morte da parte di vigliacchi
quanto anonimi accoliti della cosiddetta "civiltà" e della
cosiddetta "tolleranza" cristiana, di cui sarebbe impregnato
il simbolo del crocifisso.
Le ricordo che l'ordinanza del giudice Montanaro ha
determinato la presentazione del disegno di legge 2749 del
15.5.2002 dell'On.le Federico Bricolo, recentemente
reiterata in data 31.5.2006 col n. 955, col quale si tenta
addirittura di istituzionalizzare con legge la
discriminazione religiosa, cioè un crimine punito dalla
Convenzione di New York con pene detentive, imponendo ai non
credenti ed ai credenti in religioni diverse il simbolo
della Superiore Religione Cattolica, unico simbolo di
civiltà e di tolleranza (Giordano bruno docet), e
prevedendo anche sanzioni penali per chi, come me, si
rifiuta di soggiogarsi sul posto di lavoro a questo
simbolo.
Le ricordo che l'ordinanza del dott. Montanaro ha
determinato anche la presentazione del disegno di legge 4523
del 26.11.2003 del leghista Alessandro Cè per la modifica
dell'art. 8 della Costituzione in senso razzistico, cioè
per attribuire alla sola Religione Cristiana il privilegio e
la prerogativa di "fondamento spirituale nel patrimonio
religioso italiano", bollando l'ordinanza del giudice
Montanaro come un "episodio sconcertante che ha provocato
l'unanime reazione di condanna del Parlamento e della
Chiesa" (forse sarebbe stato opportuno rispettare la scala
dei "valori" istituzionali, posponendo il Parlamento alla
Chiesa).
Le ricordo che l'On.le Cosimo Izzo di Forza Italia si è
fatto anch'egli promotore di altro progetto di legge di
modifica dell'art. 2 della Costituzione, per rendere
"obbligatoria" la morale e la religione cattolica agli
italiani, forse per "ossequiare" la Convenzione
internazionale per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e
la convenzione di New York per la repressione delle
discriminazioni religiose.
Le ricordo, infine, che anche Ella ha bollato l'ordinanza
del giudice Montanaro come "un errore storico e culturale,
che non aiuta l'integrazione e interpreta in modo sbagliato
il pluralismo religioso. Togliere oggi il crocifisso dalle
aule delle scuole significa non avere rispetto per valori
che per noi ("noi", chi?) sono fondamentali".
Le chiedo pertanto -nell'ipotesi che non intenda ammettere
che il Giudice Mario Montanaro è stato vittima di un
vigliacco e ingiusto linciaggio istituzionale, perpetrato
col classico coraggio del branco- di spiegarmi quale sarebbe
"il modo giusto di interpretare il pluralismo religioso" e
se, in particolare, Ella ritiene, come il Suo predecessore
On.le Castelli, che il simbolo degli ebrei -che sono stati
da Voi cristiani ghettizzati, perseguitati e sterminati- non
meriti, per un qualche motivo che mi resta ancora ignoto, di
essere esposto a fianco del Vostro sacro Crocifisso.
Attendo cioè di sapere da Lei se il "modo giusto" di
interpretare il pluralismo religioso nelle aule giudiziarie
sia quello di seguitare a perpetuare il privilegio dell'uso
esclusivo delle pareti pubbliche -che cioè appartengono a
tutti gli italiani, qualunque sia il loro credo- alla sola
"Superiore Razza Cristiana", esponendo il solo simbolo del
Crocifisso ed escludendo e discriminando i simboli degli
ebrei, dei musulmani, dei buddisti, degli atei e via
dicendo.
In epoca oramai lontana negli Stati Uniti si praticava la
discriminazione razziale ai danni dei "negri", riservando i
posti a sedere sugli autobus pubblici ai soli uomini di
"superiore razza bianca". In Italia si pratica ancora oggi
la discriminazione religiosa, riservando l'uso e il
godimento delle pareti degli uffici pubblici alla sola Razza
Superiore dei Cristiani: e si ha anche la sconfinata
impudenza di giustificare questa odiosa e squallida
discriminazione attraverso il "richiamo" dei "valori di
tolleranza, di rispetto reciproco, di eguaglianza e di
rifiuto di ogni discriminazione che il crocifisso è atto ad
esprimere in chiave simbolica".
E' forse questo il "modo" in cui Voi Cattolici "praticate" e
"coltivate" i "valori" di "eguaglianza", "rispetto
reciproco", "tolleranza" e "rifiuto di ogni
discriminazione", cioè "marcando" le pareti pubbliche col
vostro idolo ed escludendo tutti gli altri dalla
possibilità di farne un pari uso? Complimenti!
Gradirei anche sapere se è sua intenzione reiterare, come
il Suo predecessore On.le Castelli, la minaccia di
procedimenti disciplinari a carico dei giudici aquilani che
"osassero" incautamente affermare l'illiceità
dell'esposizione dei crocifissi nelle aule giudiziarie
italiane, in "oltraggioso" disaccordo con gli autorevoli
"dictat" del Vaticano, della Conferenza Episcopale Italiana
e della schiera trasversale dei politici sopra
menzionati.
Spero che Ella avrà -a differenza del Suo predecessore- la
gentilezza di rispondermi e, all'occorrenza, l'umiltà di
ammettere gli errori e le ingiuste accuse che sono state
perpetrate ai danni di un Giudice, il dr. Mario Montanaro,
le cui uniche "colpe" sono quelle di essere giuridicamente
preparato, coraggioso, imparziale e indipendente. Penso che
molti dovrebbero vergognarsi e chiedergli pubblicamente
scusa.
Avendone infine interesse, anche ai fini del tempestivo
esercizio della cd. legittima suspicione, colgo l'occasione
per chiederLe quale sia l'esito dell'esposto che Le ho
presentato per le gravi irregolarità che sono state
perpetrate ai miei danni dai giudici aquilani nella
formazione del collegio che mi ha giudicato (e condannato)
in data 18.11.2005. Chiedo, in particolare, di sapere per
quali giustificabili motivi sia stato affidato l'incarico di
presidente al dott. Carlo Tatozzi che, oltre ad essere
incompatibile ex lege a causa delle mansioni ricoperte
(GUP), non rientrava, tabellarmente, tra i giudici assegnati
al Collegio penale, e sia stato invece escluso dal collegio
giudicante il dott. Mario Montanaro che, stando alle vigenti
tabelle, doveva far parte di quel collegio. Mi sembra
sufficiente grave che le norme della Costituzione sulla
"precostituzione del giudice naturale", le corrispondenti
disposizioni dell'ordinamento giudiziario, le circolari del
CSM e le tabelle approvate dal CSM siano state disapplicate
per creare un giudice prevenuto nei miei confronti.
Distinti saluti.
:
Luigi Tosti
:
P.S.: dimenticavo di ricordare che il TAR del Veneto, con
ordinanza n. 56 del 2004, ha ritenuto -in perfetta sintonia
con la Corte di Cassazione penale- che le norme fasciste che
impongono l'ostensione dei crocefissi nelle scuole
violassero gli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 (una vera e propria
strage): pertanto ha sollevato un'eccezione di
incostituzionalità delle norme fasciste. La Corte
Costituzionale ha però dichiarato inammissibile la
questione, trattandosi di norme regolamentari. A quel punto
tutti davano per scontato l'accoglimento del ricorso da
parte del TAR del Veneto. La Divina Provvidenza, però, ha
fatto sì che due dei tre giudici che componevano il
precedente Collegio venissero sostituiti e che il fascicolo,
originariamente assegnato al relatore dr. Angelo Gabbricci,
trasmigrasse nelle mani del nuovo Presidente, il dr. Umberto
Zuballi: sicché, con sentenza 1110/2005, il TAR del Veneto
si rimangiava tranquillamente tutto quello che aveva
affermato un anno prima, affermando addirittura che il
crocifisso è un simbolo "laico".
Con sentenza n. 556 del 2006 il Consiglio di Stato ha
respinto l'appello, confermando la sentenza del TAR del
Veneto. Nella sentenza -la cui stesura è stata affidata non
al relatore dr. Sabino Luce, bensì al dr. Giuseppe Romeo,
ex residente del centro studi Torrescalla dell'Opus Dei- si
spiega che "il crocifisso è atto ad esprimere, in chiave
simbolica ma in modo adeguato, l'origine religiosa dei
valori della tolleranza (ad esempio: crociate, inquisizioni,
roghi su cui Giordano Bruno e decine di migliaia di eretici,
streghe ed omosessuali arsero cristianamente), del rispetto
reciproco, di valorizzazione della persona (ad esempio:
imposizione dei simboli distintivi agli ebrei,
ghettizzazione degli ebrei, imposizione delle prediche
coatte, rapimento dei bambini ebrei battezzati di nascosto,
leggi razziali ed olocausto praticati dai cristiani fascisti
e nazisti), di rifiuto di ogni discriminazione (ne sanno
qualcosa gli ebrei, le donne, gli omosessuali, gli
schiavi)", sicché, in estrema sintesi, "il crocifisso
esprime i valori della laicità" e deve essere
cristianamente imposto a tutti -anche ai non credenti e a
coloro che professano altre religioni- perché "nel contesto
culturale italiano appare difficile trovare un altro simbolo
che, più del crocifisso, esprima quei valori".
Come dire: la superiore razza ariana è l'unica che merita
di vivere, perché si è particolarmente distinta
-soprattutto durante il ventennio nazi-fascista- nella lotta
contro la discriminazione razziale. E' dunque giusto che
solo gli ariani seguitino a vivere e che, al contrario, gli
ebrei e i rom seguitino ad entrare nelle camere a gas e nei
forni crematori. Oppure: la Superiore Razza Cristiana si è
particolarmente distinta -come testualmente afferma il
Consiglio di Stato- nella lotta per l'affermazione dei
valori della "tolleranza", dell' "eguaglianza", del
"rispetto reciproco" e del "rifiuto di ogni
discriminazione". E' dunque "giusto" che seguiti a godere
del privilegio di marcare, in regime di monopolio, le pareti
degli uffici pubblici, discriminando ed escludendo tutte le
altre religioni e chi non crede.
Complimenti alla "logica" ed all'impudenza. Credo proprio
che per chiudere "degnamente" i processi a mio carico in
quel de L'Aquila sarebbe opportuno che la futura formazione
dei Collegi giudicanti fosse demandata al Vaticano, alla
C.E.I. ed all'Opus Dei: sempreché, ovviamente, non si
voglia scomodare la Divina Provvidenza in persona.
Rimini, li 5 settembre 2006
Luigi Tosti
[email protected]
via Bastioni Orientali 38
47900 Rimini
mobile: 3384130312
telefono: 0541789323
Fonte:
http://nochiesa.blogspot.com