.. a questo punto l'unico dubbio è: ma sono io che vivo
ancora nel mondo dei sogni?
mi spiego:
i siti internet delle associazioni di consumatori e della
Polizia di Stato danno suggerimenti per difendersi dai
programmi Dialer, e istruzioni su come comportarsi nel caso
in cui si ricevano bollette telefoniche "truffaldinamente"
gonfiate dai medesimi: fare denuncia alla Polizia Postale;
seguire il tentativo di conciliazione con il fornitore di
telefonia fissa per cercare di recuperare i soldi;
installare un programma antidialer e configurare in modo
opportuno le protezioni del Sistema Operativo. Tutto
perfettamente chiaro.
Salvo che uno vada, poi, ad approfondire un attimo e scopra
che uno dei dialer che si installa nei pc della gente nel
modo più subdolo è tuttora presente in rete e che vi si
viene buttati in pasto, condotti per manina, da alcuni
normali siti e dai comuni motori di ricerca.
Allora mi chiedo: ma me ne sono accorto solo io? Quindi sono
il più sveglio dei cittadini italiani e merito almeno
un'onorificenza del Presidente Ciampi, oppure qualcosa non
funziona.
Poi uno fa quello che deve fare, ovvero, dopo essersi
informato sulle procedure, va a sporgere denuncia e trova un
inaspettato ma prevedibile muro di gomma.
Mondo 1: Polizia di Stato
Spieghi il problema al poliziotto e il suo primo tentativo
di dissuasione consiste nel dirti che prima di una eventuale
denuncia bisogna rivolgersi alle associazioni dei
consumatori per il tentativo di conciliazione con
Telecom.
Fortunatamente posso rispondere che lo so benissimo e che è
esattamente quello che faremo per cercare di non pagare per
delle chiamate satellitari che non abbiamo fatto. Ribadisco
che siamo lì (io e la persona che ha subito il danno) per
presentare una denuncia contro ignoti per Truffa e Frode
Informatica, come previsto dal Codice Penale, visto che un
programma dialer si è autonomamente installato nel computer
e ha effettuato, del tutto ad insaputa dell'utente, delle
chiamate satellitari che poi sono state addebitate in
bolletta Telecom.
L'atteggiamento dell'agente, già un po' "superiore" si fa
arrogante e mi risponde che ci vogliono le prove per
accusare qualcuno di un reato. Al che gli presento, come
prescritto dal sito internet della Polizia Postale e come
confermatomi al telefono da un gentile, disponibile e
attento Agente della stessa, copia della bolletta, dettaglio
delle chiamate e una relazione tecnica su ciò che è
successo nel computer in questione, il tutto completato da
un floppy contenente copia dei files che dimostrano la
presenza e l'attività del dialer.
Il poliziotto seduto di fronte a noi non legge neppure la
prima riga (sono 3 pagine) e sbraita che quelle non sono
prove.
Ma prima gli dia almeno un'occhiata, no?
Non serve, perché, su quelle (quali???) basi, come già
successo, il magistrato archivierà l'inchiesta ancora prima
di aprirla.
Sta evidentemente cercando di demotivarci a priori, visto
che non cerca di capire e di sapere prima di fare
affermazioni, e in questo modo ottiene l'effetto contrario:
mi rende ancora più determinato ad andare fino in
fondo.
Si discute e arriva a paventarci il rischio, per noi, di
essere poi denunciati a nostra volta per calunnia, se non si
trovano le prove. Non ci crediamo, visto che è denuncia
contro ignoti.
Ci accusa allora di voler sperperare i denari pubblici per
un capriccio.
Mi lascia pensare che in fondo sta dalla nostra parte quando
afferma che "siamo in Italia. se fossimo in un altro paese
capisco. ma qui sapete come vanno le cose. se poi alla
polizia non vengono dati i mezzi per lavorare. c'è poco da
denunciare."
Forse è stato un buon poliziotto, e magari lo è ancora, ma
come molti altri deluso e rassegnato...
Gli rispondo che lo capisco benissimo e che sono totalmente
d'accordo con lui ma che non è un problema mio: io come
cittadino ho diritto/dovere di sporgere denuncia se sono a
conoscenza di un reato; se poi non gli danno la possibilità
di fare il suo lavoro se la prenda con i suoi superiori e
con il governo di turno, non con me. Io la denuncia la
voglio fare. Le responsabilità degli altri non mi
appartengono, fanno parte del sistema, del suo lavoro, sono
il motivo per cui viene pagato.. e non intendo farne le
spese io, che già pago le tasse. Punto.
Segue una lunga discussione, burrascosa, su leggi, reati,
istituzioni e principi, che a un certo punto decido di
chiudere: il sito della Polizia di Stato, ente per cui egli
lavora, indica al cittadino di seguire una certa procedura e
lui la sta contraddicendo. Per me "verba volant, scripta
manent" per cui intendo presentare denuncia come suggerito.
Poi, se la Magistratura non riuscirà a trovare le prove del
reato e/o i colpevoli dello stesso, la pratica verrà
archiviata, ma non sono certo io a doverle fornire, le
prove, almeno non in sede di denuncia.
La risposta è scandalosa e infatti mi scandalizzo: "lei sta
parlando con un rappresentante della Polizia di Stato e
conta quello che dico io e non quello che è scritto sul
sito, anche perché.
. diciamocelo..
... il sito internet è solo una forma di pubblicità..
.in fondo.. LA POLIZIA.. E' UN'AZIENDA!
(sic!!!!!!!!!!!!!!!!)
COOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA???????????????????????
MA STIAMO SCHERZANDO????????????????? QUINDI E' UNA
QUESTIONE DI PRODOTTI, BILANCIO E IMMAGINE, NON DI
SERVIZIO!!!! COME LE "AZIENDE SANITARIE" CHE OGGI SONO
MAGARI TENUTE, TEORICAMENTE, A FAR QUADRARE I CONTI MA POI
TI METTONO IN ATTESA PER UN ANNO PER UNA MAMMOGRAFIA..
OPPURE PER UN TRAPIANTO (SALVO CHE, SE PAGHI, UN CUORE NUOVO
PER TE LO TROVANO IL GIORNO DOPO!). O COME LE POSTE ITALIANE
CHE INVECE DI RENDERE PIU' RAPIDO ED EFFICIENTE IL SERVIZIO
TRASFORMANO GLI UFFICI POSTALI IN BARACCONI MERCANTILI IN
CUI VENDERE GIOCATTOLI E CALENDARI, SOTTRAENDO PERSONALE
AGLI SPORTELLI PER OTTENERE DELLE ENTRATE MISERRIME CHE NON
BASTERANNO NEPPURE A PAGARE LA META' DEL LORO
STIPENDIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
È forse a questo punto che cambia strategia e finge
(secondo me, ma poi vedremo perché lo sostengo) di cercare
il modulo per la pratica: "e va bene, volete fare denuncia?
Facciamola! A vostro rischio: io ho solo tentato di
avvertirvi e di tutelarvi".
Si alza e passa in rassegna freneticamente una decina di
cartelle allineate su un mobile accanto. È irritato e,
mentre cerca, la discussione continua. Ogni cartella
contiene copie del modulo per un certo tipo di denuncia o di
pratica, e quello che interessa a noi pare non voler saltare
fuori. Cerca e ricerca. si lamenta dei colleghi disordinati.
della Polizia Postale che prima prepara un modello e poi lo
cambia cento volte. porcheggia e brontola. Alla fine si
risiede alla scrivania, davanti a noi e conclude: "beh. se
il modulo non salta fuori io non posso raccogliere la
denuncia." (a-ri-SIC!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
Di nuovo:
"COOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAAAA??????????????????????" MA
DEVO PORTARMI GLI STAMPATI DA CASA QUANDO VADO IN UN UFFICIO
PUBBLICO? (in effetti il modello si può scaricare dai vari
siti internet ma ho lasciato perdere quando ho visto che
ogni associazione e ogni ufficio ne pubblica uno diverso:
quale sarà quello giusto? Me lo daranno al Commissariato,
mi dico!! ;)))
Guardi, a me non interessa, gli rispondo: non creda che io
mi arrenda per questo. Se la denuncia non la facciamo
stasera la facciamo domani e se torno domani vengo qui con
un rappresentante di un'associazione dei consumatori. E
comunque se non raccoglie la denuncia mi firma un verbale in
cui afferma che noi siamo stati qui per sporgere denuncia e
che lei non l'ha potuta registrare perché non aveva il
modulo giusto.
Rimane basito.
Si alza nuovamente e "finge" ancora di cercare il modulo
continuando a brontolare scuse di ogni genere.
Al che perdo definitivamente la pazienza, perché è ormai
chiarissimo che non vuole raccogliere la denuncia, e dopo
l'ennesimo scambio di battute sostengo che mi sta impedendo
di far valere i miei diritti e gli chiedo nome e cognome.
Dallo stupore passa alla paralisi facciale: io sono seduto e
lui è in piedi accanto a me, minacciosamente chino nella
mia direzione e troppo vicino. Qualche secondo di silenzio
in cui sento letteralmente gli ingranaggi del suo cervello
girare. e poi mi dà le informazioni che è tenuto a darmi,
visto che non ha un cartellino di identificazione visibile
sull'uniforme.
E poi inizia la lamentazione: che vogliamo farlo andare in
galera, che lui ha famiglia (la solita vecchia scusa
italiota di sempre che serve a coprire le peggiori
nefandezze), che non è colpa sua se le cose non
funzionano.
Avevo già capito che forse, in fondo era solo uno dei tanti
poveri diavoli che fanno semplicemente quello che gli viene
ordinato in cambio della bustina mensile di Euro.
Segue ulteriore discussione, che si anima progressivamente
finché avviene l'inconcepibile: adirato e "offeso" ci
invita ad andarcene.
COOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAAAAAA?????????????????
IO SONO UN CITTADINO CHE VIENE A SPORGERE DENUNCIA PERCHÉ
HA SUBITO UN REATO E LA CONCLUSIONE È CHE VENGO CACCIATO
FUORI DAL COMMISSARIATO??????????????????????????
Non intendo ovviamente essere accusato di "resistenza a
pubblico ufficiale" per cui ci alziamo e lo seguiamo in
direzione della porta che lui ci indica con il classico
gesto teatrale, ma gli faccio presente che ovviamente non
finisce qui e che domani mattina, come già promesso, saremo
nuovamente lì, non da soli e con un registratore.
Altro rapido scambio di battute dopo di che mi sorprende
davvero perché fa: "aspettate che vediamo se trovo questo
cavolo di modulo".
Capisco che si è arreso e che ora lo stampato misterioso
salterà fuori. Va in un altro ufficio, ritorna, ci fa
riaccomodare nella stanza in cui eravamo inizialmente, si
rimette a scartabellare esattamente sullo stesso mobile di
prima (per nulla disordinato) e miracolosamente:
eccolo!!!!!!!!!!!!!!
"Porca miseria. questi colleghi casinisti!
"Eh, già.. Ma guarda."
Compiliamo il modulo mentre la discussione continua
animatamente ma ormai quasi amichevolmente e ci "rivela" che
vi sono ordini dall'alto per dissuadere i cittadini dal
presentare questo genere di denunce. Non gli chiedo neppure
quale ne sia la ragione. Ho immediatamente presenti due
ipotesi: una "buonista" e l'altra "dietrologica" (giusto per
essere linguisticamente giornalistico e popolare): la prima
è che magari molta gente si presenta a fare denuncia senza
essere ben documentata e informata con conseguente carico di
pratiche che poi finiscono in una bolla di sapone; la
seconda è che in fondo sono tutti d'accordo (non certo lui
che intasca i suoi mille euro al mese per eseguire gli
ordini): sui dialer c'è un sacco di gente che ci guadagna:
Telecom e tutti gli altri fornitori di telefonia, le
società che vendono i servizi a valore aggiunto, la
compagnia che fornisce i servizi satellitari, i siti
internet che pubblicano il link, i motori di ricerca che non
solo li pubblicano ma li sponsorizzano pure!!!!!!!!!!!
Tutto questo scommettendo furbescamente sul fatto che, in
questa feudale Italia di sudditi, per poche decine di euro
la gente paga e sta zitta piuttosto che infognarsi in una
sequela infinita di rogne burocratiche e di muri di gomma.
Infatti il dialer in questione fa 4 telefonare, tira su 60
euro e poi torna silente: è molto più vantaggioso e
sicuro, come sempre nelle questioni truffaldine più o meno
legalizzate, raccogliere pochi soldi da tanta gente che
tanti da poca.
TUTTO
SPAVENTOSAMENTE
ILLEGALE
TUTTO
SPAVENTOSAMENTE
ALLA
LUCE
DEL
SOLE
Sarà forse questa la risposta alla domanda iniziale?
Perché questi dialer sono ancora presenti in rete? Perché
la gente viene spinta a pagare con tutti i mezzi....
Mondo 2: Telecom Italia
Anche perché, dirimpetto a questo muro di gomma c'è quello
messo in piedi da Telecom. E tra questi due muri la gente
dovrebbe rimbalzare finché le energie si esauriscono e i
soldi finiscono col fare il percorso che è stato loro
destinato.
Infatti, nel nostro caso, prima del mio intervento, la
persona truffata ha chiamato il 187 per chiedere
informazioni: la risposta è stata che bastava pagare la
parte di bolletta non contestata indicando nel campo
"causale" del bollettino il motivo della detrazione. Tutto
risolto. Ahhhh!!.. Finalmente un po' di sicurezza e di
semplicità!. Incredibile! Infatti non era il caso di
crederci.
Perché l'operatore ha omesso di dire che sarebbe stato
opportuno, come consigliato dalle associazioni di
consumatori, inviare a mezzo raccomandata una formale
contestazione dell'addebito. Dico "opportuno" perché in
effetti la carta dei servizi Telecom recita
testualmente:
6 - Gestione reclami
Siamo impegnati a fornirvi un servizio che soddisfi ogni
vostra esigenza; qualora vi
riteniate comunque insoddisfatti non esitate a contattarci e
a segnalarci le vostre
asserzioni ed eventuali reclami. Gli eventuali reclami
possono essere comunicati agli
sportelli telefonici 187 e 191, all'indirizzo indicato sul
Conto Telecom Italia, a mezzo fax, o in via telematica,
entro i termini di scadenza del Conto Telecom Italia in
contestazione.
Dovrete provvedere comunque al pagamento nei termini del
Conto Telecom Italia, con la sola esclusione delle somme
oggetto di diretta contestazione.
Conseguentemente Telecom provvederà a valutare la
fondatezza del reclamo e a
comunicarvi poi l'esito della suddetta valutazione, per
iscritto ed entro 30 giorni dal
momento in cui il reclamo è pervenuto.
Non viene quindi richiesta la forma scritta e Telecom si
impegna comunque a rispondere per iscritto.
Si deduce quindi che Telecom possa dimostrare in ogni
momento che una contestazione è stata fatta, anche a voce,
e in cosa consiste; oppure che non è stata fatta.
Il truffato infatti paga seguendo le istruzioni ed entro i
termini di scadenza, fa quindi installare un antidialer e,
finalmente, si rilassa.
Però sbaglia, perché arriva il sollecito di pagamento per
la parte di importo mancante (senza alcun riferimento alla
contestazione), minacciando la sospensione del
servizio.
Nuova telefonata al 187 che dice che è tutto ok, che
probabilmente all'ufficio recupero crediti di Bari si sono
sbagliati. E l'utente si tranquillizza di nuovo.
Però sbaglia ancora, perché da lì a poco il servizio
viene sospeso. Quindi si va ancora al cospetto del divino
187 che, questa volta, rivela che si tratta della normale
procedura e che, a norma di contratto, se non si paga la
linea sarà disattivata con conseguenti costi di eventuale
riallaccio (150 minacciosi e scandalosi euro).
Allora ci muoviamo e scopriamo la possibilità di fare
denuncia (narrata sopra) e di avviare la procedura di
conciliazione al Corecom (inviata con raccomandata).