Il leader della Cgil Guglielmo Epifani attacca il governo
sulla Finanziaria. Accusa Palazzo Chigi di pensare solo ai
tagli e dice chiaramente: "Se le posizioni restano queste
non vedo margini di intesa". Durissimo l'intervento del
sindacalista, intervistato dalla "Repubblica" all'indomani
della presentazione delle linee guida della manovra al
Consiglio dei ministri.
Il leader della Confederazione dà atto al governo della
notizia positiva dell'alleggerimento della Finanziaria,
scesa da 35 a 30 miliardi, ma dice che si potrebbe fare
ancora di più. E ammonisce: "Bisognerebbe approfondire
meglio il fatto che la crescita delle entrate fiscali è
molto più sostenuta di quanto possa apparire. Io non mi
stupirei affatto se a fine anno i conti saranno messi ancora
meglio".
Epifani dice che, a suo parere, l'obiettivo del 2,8% del
deficit si potrebbe raggiungere con una manovra ancora più
leggera e definisce fuoi luogo l'interventismo della
Commissione europea in questa fase di definizione della
manovra. "Non si capisce perchè Almunia abbia sollevato
questo problema. La Commissione deve stare attenta
all'obiettivo del risanamento, ma spetta al governo italiano
definire l'entità della manovra necessaria. Mi pare davvero
un interventismo fuori luogo che, per esempio, con il
precedente governo non c'era stato".
Epifani continua dicendo di avere l'impressione che il
governo abbia sbagliato i conti, visto che ha dovuto
correggersi nel giro di poco meno di un mese, ma precisa
anche: "Di certo le condizioni sono migliorate grazie al
boom delle entrate". E riguardo a questo miglioramento della
salute dei conti dice che ci sono molteplici motivi:
dall'effetto annuncio di una politica di rigore sul fronte
fiscale a quello di una maggiore crescita economica, e poi
rincara la dose: "Comunque, mentre assistiamo a tutto ciò,
con un Pil che finalmente cresce dopo quattro anni, cosa fa
il governo? Anzichè trasmettere tranquillità al Paese
commette l'errore di annunciare una politica tutta di
tagli".
Sulle ipotesi di aumento dell'età pensionabile dice che
"parlarne in questo modo" è stato incauto e ha determinato
"una fuga in massa dal lavoro". Aggiunge di non vedere
nessuna riforma nei programmi di questo governo ("dove sono?
Nella riduzione del fondo per la sanità e nell'introduzione
dei ticket?"), pretende che il taglio del cuneo fiscale dia
più benefici ai lavoratori e sulle pensioni accusa: "Ci
sarebbero da affontare i nodi della riforma, e invece la
discussione si concentra sull'età, cioè sui tagli".
Insomma, un "j'accuse" a tutto campo che potrebbe portare
grosse nubi nel rapporto tra la Cgil e l'attuale governo.
Alla domanda sull'ipotesi di uno scontro con Prodi Epifani
risponde: "Dipende dal governo. Ma mai dire mai..."
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Bisognerà solo vedere se poi sarà coerente con quanto
detto (i politici della sinistra radicale hanno già
dimostrato di non esserlo) oppure accetterà di venire
"richiamato all'ordine", cosa ben più probabile.
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