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Libera circolazione dei farmaci
di Verm & Solitair
19 aprile 2004 0:00
 
I dati che caratterizzano la distribuzione dei farmaci possono così essere sintetizzati: a) il prezzo finale del prodotto è imposto; b) i margini di utile sono rigidi; c) i distributori all'ingrosso hanno l'obbligo di acquistare i prodotti (per il 90% dei farmaci in commercio, di detenerli per distribuirli nelle 12 ore successive alla richiesta di acquisto. A ciò si aggiunga che i singoli prodotti non sono sostituibili (la scelta è imposta dal medico che prescrive il farmaco) e che l'efficienza della distribuzione si regge non nella prontezza della fornitura, ma nel grado di soddisfazione del farmacista per tutte i farmaci di cui ha bisogno. Il consumatore finale deve infatti poter acquistare ogni medicinale oggetto di prescrizione dal farmacista. Va infatti considerato che i canali di immissione del farmaco sono controllati dalla pubblica amministrazione (in forza di autorizzazione amministrativa per l'immissione del prodotto sul mercato) e che anche la commercializzazione del farmaco è sottoposta a controllo amministrativo (essendo sottoposto il distributore ad autorizzazione e controlli, con obbligo di detenere il 90% dei farmaci in commercio) e persino il consumo del prodotto è prestabilito da chi esercita una funzione pubblica ( la scelta del singolo farmaco non è libera ma dipende da prescrizione medica).

A questo punto, la ragione per non liberalizzare l'attività di farmacista conseguirebbe a tali principi. Sembra tuttavia che l'interesse del consumatore sia anche quello di non doversi spostare per chilometri per acquistare un farmaco e di poter contare su un prezzo prestabilito. Ciò non è in contraddizione con l'elevazione del numero delle farmacie, dato che, a quel che consta, già in ogni farmacia lavorano (più o meno come dipendenti) laureati in farmacia. Perchè costoro non possono aprirsi una farmacia per conto loro? Solo perchè i margini di utile sono minimi? Solo perchè dividendo ricchezza si ha povertà? Perchè lo stesso problema non si pone per altre categorie di commercianti, per i quali pure vi è imposizione o controllo dei prezzi al consumo?

In ogni caso, pur se si dovesse condividere la scelta di un "numero chiuso" di farmacie, non può esservi dubbio che la distribuzione dei farmaci non può essere selettiva. Se l'impresa farmaceutica potesse scegliere a chi distribuire i farmaci (distributori all'ingrosso affiliati) finiremmo per far dipendere la distribuzione dalla scelte organizzative delle grosse industrie farmaceutiche. Il che sarebbe il peggiore dei mali.

Cordialmente by V&S
 
 
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