Se la riforma degli ordini professionali inderogabilmente
prevede, mettendo a rischio 80mila giornalisti,
l’annullamento della distinzione tra giornalisti
pubblicisti e professionisti; il comma 5 dell'art 3 dl
138/2011 prevede che l'accesso a tutte le professioni
intellettuali sia vincolato al superamento dell'esame di
Stato previsto dalla Costituzione; perché si è protetta,
sanando per decreto, firmato il 29 Novembre 2012 dal
Guardasigilli Paola Severino, la situazione di alcuni notai
che oltre a non aver superato l’esame preliminare per il
concorso di notaio, avevano ricevuto persino una
dichiarazione di illegittimità dal Consiglio di stato
perché ritenuti non idonei a svolgere la professione di
notaio?
Otto notai ‘illegittimi’: per loro il Guardasigilli ha
firmato una sanatoria ‘ad castam’
La Cassazione ha impedito loro l'esercizio della professione
dopo una storia di prove d'esame non superate e guerra di
carte bollate, ma a fine novembre il ministro della
Giustizia ha sbloccato la loro situazione, provocando
veementi polemiche
Otto notai esercitano da anni la professione nonostante la
Cassazione abbia ritenuto illegittima la loro nomina: i loro
atti potrebbero essere dichiarati nulli e per loro il
governo Monti ha varato un provvedimento di sanatoria ”ad
castam”, dal sapore protezionistico e corporativo, proprio
in un momento in cui si discute di liberalizzare le
professioni, compresa quella di notaio.
Il decreto, firmato il 29 novembre scorso dal Guardasigilli
Paola Severino, ha ‘sanato’ le nomine a notaio di Prisca
De Angelis, Paolo Guidi (Roma), Tiziana Bottaro (Genova),
Marcello Grossi (Milano), Giuseppe Dottore (Grammichele,
Ct), Maddalena Ferrari (Sesto San Giovanni), Paola Gervasio
(Roma) e Claudia Licciardello (Randazzo, Ct). Quest’ultima
era stata nominata notaio il 12 luglio del 2006 da Alfonso
Papa, il dirigente dell’ufficio Affari civili del
ministero di via Arenula poi finito in carcere, nonostante
una sentenza del Consiglio di Stato avesse bocciato il suo
ricorso dopo essere stata ritenuta non idonea dalla
commissione di concorso.
Quest’ultimo caso è stato sollevato nel settembre scorso
da un’interrogazione firmata dai deputati (Fli) Angela
Napoli e Nino Lo Presti. Quella dei notai ‘sanati’ è
una storia di prove di esame non superate, ricorsi, sentenze
favorevoli e contrarie ed alla fine il bollo implacabile
della Cassazione che impedisce a tutti l’esercizio della
professione. Gli otto notai partecipano, infatti, tra il
’99 e il 2002 al concorso notarile, non superano la prova
preliminare, ma il Tar del Lazio li ammette con riserva alle
prove successive. Prove che i candidati riescono a superare.
Nel frattempo, però, il Consiglio di Stato dichiara
illegittima la loro nomina.
Gli otto candidati si rivolgono quindi alla Cassazione, che
ha dato loro torto. Ma sottotraccia, evidentemente, la
potente lobby dei notai si muove tra i corridoi della
burocrazia di via Arenula riuscendo a portare il
provvedimento di sanatoria sul tavolo del neo Guardasigilli.
Che alla fine di novembre ha firmato il decreto ritenendo
sussistente un ‘interesse pubblico’: lasciare i notai
(“che esercitano le loro funzioni da diversi anni”) in
un limbo di invalidità della nomina “potrebbe portare ad
un notevole contenzioso in relazione alla validità degli
atti compiuti”.
Ma anche su questa sanatoria pende la spada di Damocle della
nullità: “Oltre ad essere un atto di profonda ingiustizia
– sostiene l’avvocato Salvatore Leone Giunta,
coordinatore di un comitato di candidati al concorso di
notaio che sarebbero dovuti essere ritenuti idonei in base
alla nuova normativa a loro applicabile ma secondo lui
esclusi, illegittimamente, dalla prova orale – il decreto
del ministro è a mio avviso viziato da nullità:
l’articolo 21 septies della legge 241 del 1990 parla
chiaro: e’ nullo il provvedimento amministrativo che manca
degli elementi essenziali, che è viziato da difetto
assoluto di attribuzione, che è stato adottato in
violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri
casi espressamente previsti dalla legge”.
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