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nuovi spettri s’aggirano per l’Europa
di 2000snlp
24 marzo 2009 0:00
 
La paura verso la democrazia e la libertà

Una paura molto attuale, molto diffusa e presente nelle società occidentali, sembra essere proprio la paura verso la democrazia più autentica, che si estrinseca nelle libertà concrete degli individui, per cui può diventare fonte di conflittualità, di antagonismi e di vertenze sociali.
La democrazia, non subìta passivamente, ma vissuta attivamente, da protagonisti e non da sudditi o spettatori, il dissenso e la libertà del pensiero, la libertà intesa e praticata come partecipazione diretta ai processi politico-decisionali, tutto ciò infonde ed incute un'angoscia profonda nell'animo di chi governa e di chi detiene il potere e la ricchezza sociale. Da tali paure scaturiscono un fenomeno e un sentimento antidemocratico ed antisindacale, che tende a criminalizzare le idee di libertà e i loro portatori, fino a condurre alla demonizzazione e alla repressione di ogni dissenso democratico e di ogni vertenza sociale, che vengono recepiti e perseguitati come un pericolo e un'insidia per l'ordine costituito, che a sua volta si è storicamente determinato attraverso la violenza di precedenti rivolgimenti sociali.
Basti pensare, infatti, che gli stati moderni, le cosiddette "democrazie liberal-parlamentari", le odierne società capitalistiche, hanno avuto origine da terribili rivoluzioni sociali compiute in gran parte dalle masse contadine e proletarie guidate dalle avanguardie rivoluzionarie della borghesia, che oggi teme di perdere il proprio potere e i propri privilegi di classe dominante.
Il ruolo storico, politico e culturale della borghesia, che un tempo era stato sovversivo, progressista e rivoluzionario, provocando l'abbattimento dei regimi aristocratico-feudali, con le loro sovrastrutture ideologiche oscurantiste e barbariche, si è progressivamente trasformato in senso conservatore e misoneista, divenendo un serio ostacolo alla piena realizzazione del progresso scientifico, culturale e sociale, della democrazia partecipativa e della liberazione effettiva degli individui da ogni forma di oppressione, di sfruttamento, di schiavitù e di paura.
Lucio Garofalo
16 Giugno 2006

Aggiungo queste righe all'intervento del 2006 ritrovato casualmente nel forum ADUC e citato sopra. Mi sembra omogeneo.
Nel feudalesimo la gente moriva di fame; c'era molta terra incolta, ma il signore impediva di lavorarla.
Se qualcuno si arrischiava, arrivano gli armigeri e distruggevano tutto.
I contadini, se volevano mangiare, dovevano resistere con le armi.
Il successo tuttavia era improbabile e, ammesso che riuscissero a sconfiggere il feudatario, intervenivano le truppe imperiali.
Soltanto l'organizzazione in Comuni permise di superare il feudalesimo.
Barbarossa fu sconfitto e venne un'altra organizzazione sociale.
La Lega Nord tuttavia non e' la Lega Lombarda.
La lega Nord chiede il federalismo: un nuovo feudalesimo?
Il federalismo fiscale purtroppo ha significato un aumento delle imposte: invece di trattenere parte delle tasse nel Comune, abbiamo avuto l'addizionale regionale e l'addizionale comunale, oltre all'Imposta Comunale sugli Immobili che persiste su tutti gli immobili che non siano la prima casa.
Inoltre la "mano morta ecclesiastica" non paga l'ICI.
2000snlp
 
 
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