Una paura molto attuale, molto diffusa e presente nelle
società occidentali, sembra essere proprio la paura verso
la democrazia più autentica, che si estrinseca nelle
libertà concrete degli individui, per cui può diventare
fonte di conflittualità, di antagonismi e di vertenze
sociali.
La democrazia, non subìta passivamente, ma vissuta
attivamente, da protagonisti e non da sudditi o spettatori,
il dissenso e la libertà del pensiero, la libertà intesa e
praticata come partecipazione diretta ai processi
politico-decisionali, tutto ciò infonde ed incute
un'angoscia profonda nell'animo di chi governa e di chi
detiene il potere e la ricchezza sociale. Da tali paure
scaturiscono un fenomeno e un sentimento antidemocratico ed
antisindacale, che tende a criminalizzare le idee di
libertà e i loro portatori, fino a condurre alla
demonizzazione e alla repressione di ogni dissenso
democratico e di ogni vertenza sociale, che vengono recepiti
e perseguitati come un pericolo e un'insidia per l'ordine
costituito, che a sua volta si è storicamente determinato
attraverso la violenza di precedenti rivolgimenti
sociali.
Basti pensare, infatti, che gli stati moderni, le cosiddette
"democrazie liberal-parlamentari", le odierne società
capitalistiche, hanno avuto origine da terribili rivoluzioni
sociali compiute in gran parte dalle masse contadine e
proletarie guidate dalle avanguardie rivoluzionarie della
borghesia, che oggi teme di perdere il proprio potere e i
propri privilegi di classe dominante.
Il ruolo storico, politico e culturale della borghesia, che
un tempo era stato sovversivo, progressista e
rivoluzionario, provocando l'abbattimento dei regimi
aristocratico-feudali, con le loro sovrastrutture
ideologiche oscurantiste e barbariche, si è
progressivamente trasformato in senso conservatore e
misoneista, divenendo un serio ostacolo alla piena
realizzazione del progresso scientifico, culturale e
sociale, della democrazia partecipativa e della liberazione
effettiva degli individui da ogni forma di oppressione, di
sfruttamento, di schiavitù e di paura.
Lucio Garofalo
16 Giugno 2006
Aggiungo queste righe all'intervento del 2006 ritrovato
casualmente nel forum ADUC e citato sopra. Mi sembra
omogeneo.
Nel feudalesimo la gente moriva di fame; c'era molta terra
incolta, ma il signore impediva di lavorarla.
Se qualcuno si arrischiava, arrivano gli armigeri e
distruggevano tutto.
I contadini, se volevano mangiare, dovevano resistere con le
armi.
Il successo tuttavia era improbabile e, ammesso che
riuscissero a sconfiggere il feudatario, intervenivano le
truppe imperiali.
Soltanto l'organizzazione in Comuni permise di superare il
feudalesimo.
Barbarossa fu sconfitto e venne un'altra organizzazione
sociale.
La Lega Nord tuttavia non e' la Lega Lombarda.
La lega Nord chiede il federalismo: un nuovo
feudalesimo?
Il federalismo fiscale purtroppo ha significato un aumento
delle imposte: invece di trattenere parte delle tasse nel
Comune, abbiamo avuto l'addizionale regionale e
l'addizionale comunale, oltre all'Imposta Comunale sugli
Immobili che persiste su tutti gli immobili che non siano la
prima casa.
Inoltre la "mano morta ecclesiastica" non paga l'ICI.
2000snlp
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