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Papa Benedetto XVI e Islam
di Giornalista
18 settembre 2006 0:00
 
Le masse ignoranti musulmane, ancora una volta hanno obbedito ai loro ayatollah e sono scese in piazza contro presunte dichiarazioni del Papa Benedetto XVI, travisate e presentate come una offesa al mondo islamico.
Anche governi "moderati" (?) addirittura hanno inviato note, ritirato ambasciatori, chiesto persino scuse.

Il Papa Benedetto XVI non ha chiesto scusa, ma è stato costretto a ritornare sul passaggio incriminato per dire che la frase dell'Imperatore Manuele II Paleologo non corrispondeva al suo pensiero.

Non posso certo pensare di poter dare lezioni al Papa, ma, umilmente, mi permetto di far notare come la percezione di simili "precisazioni" abbia la stessa valenza delle scuse.

Non vi era alcuna necessità di precisare quel che è chiarissimo dalla lettura integrale della lezione papale di Ratisbona che Alef ha opportunamente riportato .

Ma, forse condizionato dai suoi consiglieri e, ancor più, da vari governi il Papa è stato costretto a tale precisazione, lanciando così un pessimo segnale al mondo islamico che, dopo le scuse della Danimarca per la vicenda delle vignette incassa una ulteriore manifestazione di debolezza dell'Occidente, ricevendone la percezione di poter alzare ancora di più la posta e la prepotenza con la quale si presenta al nostro cospetto.

Quando hanno attaccato gli Stati Uniti l'11 settembre, è chiaro che non si aspettavano una risposta efficace.
Non dimentichiamo che negli anni 90 ci furono molti attacchi agli americani - in Africa orientale, nello Yemen, in Arabia Saudita - e che cosa hanno fatto gli Stati Uniti? Niente.
Così i terroristi hanno pensato di poter alzare il tiro, di poter passare al grande assalto.
Quello che è successo dopo li ha sorpresi: dopo l'11 settembre, l'attacco americano in Afghanistan, l'annientamento dei talebani, è stato uno shock terribile per loro e hanno cominciato a rivedere le loro opinioni.
Hanno cominciato a pensare che dovevano stare più attenti.
Poi è iniziato il confronto, il dibattito in America e specialmente in Europa. Si sono sentiti appoggiati.
Hanno ricominciato: sono direttamente incoraggiati da quello che vedono: debolezza, divisione, indecisione".
Non possiamo permetterci di dare adito a dubbi.
I musulmani devono capire, con le buone o con le cattive, che noi siamo liberi di esprimere le nostre opinioni, anche su di loro, anche sulla loro religione, esattamente come le manifestiamo sulla nostra religione e su noi stessi.

Purtroppo la tiepida reazione mondiale all'aggressione subita dal Papa, la cui effige è stata bruciata in piazza, esattamente come accade per i Presidenti degli Stati Uniti e i Primi Ministri di Israele, ci induce a pensare che ancora non si è compreso che siamo in guerra e che in guerra anche le parole, anche gli atteggiamenti contano per ridurre le perdite, demoralizzare il nemico, abbreviarne la durata.

E' vergognoso leggere di un ministro (temporaneo) italiano, Antonio Di Pietro, che si accuccia ai piedi dei mullah per chiedere anche lui le scuse del Papa.
E' sconcertante leggere del ministro (temporaneo) agli Interni che davanti alla violenza islamica, non sa far altro che riproporre il "dialogo" con i "musulmani moderati", evidentemente già dimentico, dopo magari averne celebrato le opere, delle parole di Oriana Fallaci ne "La Forza della Ragione" :

"Illudersi che esista un islam buono e un islam cattivo ossia non capire che esiste un islam e basta, che tutto l'islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione."

Sia chiaro, è ora di dire basta ai cedimenti davanti alle intimidazioni dei musulmani.
Abbiamo tutto il diritto di citare le frasi dei saggi Imperatori del passato:
""Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava
(Manuele II Paleologo, 1391)"""

Una frase che, tra l'altro, se non rispecchia il pensiero del Sommo Pontefice, rispecchia pienamente quello di molte persone, visto che la diffusione dell'islam con la violenza e l'omicidio è una verità storica di cui hanno fatto le spese, sin dai primi anni, i vicini di Maometto, ed è una caratteristica connaturata nell'espansionismo musulmano.
E ben poteva saperlo un Imperatore così minacciato dall'islam contro il quale era costantemente in guerra.

Troppi secoli, durante i quali la minaccia musulmana è stata rimossa dalle nostre coscienze, ci hanno fatto dimenticare tutto quel che noi Occidentali abbiamo patito dalle ripetute aggressioni e invasioni musulmane, respinte grazie al valore di popoli, di re, di pontefici e di nobili generali.

Non facciamo l'errore di chiudere gli occhi davanti all'aggressione musulmana.
Riflettiamo su quel che è meglio per difendere il nostro diritto alla Libertà, al Benessere, alla Sicurezza, facendo tesoro degli insegnamenti di illuminati contemporanei come la Fallaci o di saggi conoscitori del passato del mondo islamico come l'Imperatore Manuele II Paleologo.

E ricordiamoci anche che i Romani hanno costruito e conservato un impero non dialogando in ginocchio con il nemico, ma sconfiggendolo sul campo, infliggendogli anche durissime perdite, usando l'arma psicologica del dimostrare come i suoi dei fossero più deboli dei nostri e dopo, solo dopo, aver domato le ribellioni e ripristinato l'ordine, ammettendo nel Pantheon anche gli dei dei popoli nemici, sconfitti e sottomessi, realizzando così una piena libertà di religione, la stessa che, due millenni dopo, i musulmani non vogliono riconoscere al prossimo.
 
 
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