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Perché Lorenzo Conti non è stato invitato da Napolitano nella giornata della Memoria delle vittime del terrorismo?
di Francesco Mangascià
7 maggio 2009 0:00
 


Anche quest'anno, Il Presidente della Repubblica ha invitato i familiari delle vittime del terrorismo alla celebrazione della "Giornata dedicata alle vittime del terrorismo" che si terrà a Roma Sabato 9 Maggio 2009 presso il Palazzo del Quirinale.



Come ho già dichiarato in passato, e sono passati alcuni anni, non ho alcuna intenzione di partecipare a cerimonie celebrative in ricordo delle vittime del terrorismo se non verrà prima concluso un percorso che dia loro la verità e la giustizia che da troppi anni attendono: per quanto riguarda l'assassinio di mio padre Lando Conti da parte delle Brigate Rosse - Partito Comunista Combattente, dopo ventitre anni non se ne conoscono ancora gli esecutori materiali. Ma non basta: da qualche mese la Procura di Firenze ha anche deciso di archiviare il caso.



Per contro le Istituzioni della Repubblica Italiana hanno finora dato miglior tutela agli assassini ex terroristi che non a noi, familiari delle vittime del terrorismo, costretti ad assistere a dichiarazioni enfatiche di questi cattivi maestri spesso messi in cattedra, costretti ad esporci in prima persona per tutelare inutilmente i nostri diritti, costretti ad un dolore reso ancor più grande da una incomprensibile mancanza di rispetto per coloro che morirono per uno Stato che, di fatto, li ha rinnegati.



Mi permetto quindi di rivolgere alla Presidenza della Repubblica due "appunti", uno sostanziale e uno di carattere formale.



Ormai da due anni ho scritto al Presidente della Repubblica per chiedere un "lavoro decoroso" per una giovane vittima del terrorismo: Silvano Burri, filgio di Lia Serravalli (Lia, nell'esplosione, perse le figlie Sonia di 7 anni e Patrizia di 18 anni, le la sorella Silvana di anni 34 col bimbo che portava in grembo).

A tutt'oggi non ho ricevuto comunicazione dalla Presidenza della Repubblica circa l'avvenuta assunzione di Silvano.

Mentre così lo Stato si propone con insistenza la riabilitazione degli ex terroristi (), con altrettanta puntualità si dimentica delle proprie vittime.

Bei discorsi, parole di altissimo valore morale e prese di coscienza degli errori commessi, non sono serviti a far prevalere la cultura dei "fatti e non parole".



Anche quest'anno non ho ricevuto l'invito a partecipare alla Cerimonia del 9 di maggio. Mi è stato detto che la Presidenza della Repubblica ha inviato gli inviti ai Presidenti delle Associazioni delle vittime. Ma chi, come me, non è iscritto a nessuna associazione ? Nessun invito..

Non mi pare che rientri nei poteri del Presidente della Repubblica "obbligare" i cittadini ad iscriversi ad una associazione. Penso, francamente, che questa scelta sia sbagliata perché tende a dividere le vittime del terrorismo e della mafia catalogandole in: vittime di seria A e vittime di serie B.

A tal riguardo non voglio parlare della scelta del presidente della Repubblica di invitare alla cerimonia di quest'anno anche la vedova di Pinelli. La scelta si commenta da sola.



A questo punto mi nascono però alcune riflessioni.



Quando dobbiamo ancora tollerare, sopportare e soffrire ?

Quanto Lia Serravalli e suo figlio Silvano dovranno lottare per avere i propri diritti riconosciuti ?

Quali sono i fatti concreti che questo Stato e le Istituzioni hanno fatto in questi ultimi anni per noi, umili familiari delle vittime del terrorismo e della mafia ?



Sabato 9 maggio 2009, pensando a mia mamma e ai miei fratelli e a mia nonna, dirò: papà, valeva la pena sacrificare la vita per tutto questo ?

Mi unirò, quindi, in un abbraccio virtuale a tutti i caduti delle Forze dell'Ordine e alle loro famiglie. A loro, e solo a loro, devo una riconoscenza sia per la vera solidarietà e vicinanza mostrata in questi anni e sia per tutto quello che fanno giornalmente per mantenere ordine in questa .. italietta.

Lorenzo Conti

 
 
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