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Poste e promozione finanziaria
di Massimo
3 maggio 2003 0:00
 
I miei genitori sono anziani. Mia madre ha 75 anni e mio padre 83. Abitano in una casa dell' I.n.p.d.a.p. che tra un po' verrà messa in vendita e non essendo persone facoltose si trovano ora alla loro età a fronteggiare una situazione che non è ancora chiara.
Hanno dei risparmi in banca che decidono di spostare alla posta in quanto l'ufficio è sotto casa. Mio padre ha il morbo di Alzheimer e non può occuparsi della finanza familiare e mia madre ha due caviglie grosse come due cotechini e non vuole fare più strada del necessario per questo scopo.
Mia madre apre un libretto di deposito. La cassiera vede un ammontare interessante (cira 50.000 Euro) Ma Signora!! Vuole tenere tutti questi soldi in libretto? Ed indica un bel poster che riporta un 'interesse (?!?!?!?) di più del 3% netto. Mia madre è una ex "Bot people", fedele al tasso fisso. Scatta per lei l'interesse generale tra gli impiegati della filiale e più di una persona accoglie a braccia aperte mia madre. Lei spiega le sue esigenze a breve. (casa)
Il giorno dopo parlando del più e del meno mi dice che ha comprato delle obbligazioni che le frutteranno tra il 3 ed il 4%. Questo "tra il.. e il.." mi incuriosisce. Trattandosi di titoli a reddito fisso mi chiedo come sia possibile un rendimento incerto. Mi mostra il contratto di sottoscrizione e vedo che si tratta di fondi di investimento in Bond. Onestamente reputo che non comporti grandi rischi ma non si tratta comunque di quello che lei crede. Lei se ne rende conto e si preoccupa. Mi da gli opuscoli che ha ricevuto dopo la sottoscrizione e che non ha mai letto e non trovo alcuna clausola che spieghi la facoltà di recesso. Non è nemmeno a conoscenza che Vi siano dei costi di gestione.
Vado in posta ed entro nel perimetro adibito al personale. Non vengo ricacciato ma viene a ragione considerata un'intrusione. Vedendo che il Direttore dispone di una scrivania con tanto di sedia davanti alla sua avevo dato per scontato che quel luogo fosse adibito al ricevimento della potenziale clientela. Mi sbagliavo. Vengo a sapere in seguito da mia madre che lei ha ricevuto informazioni ed eseguito la sottoscrizione in piedi davanti alla sua fila per buona pace del suo diritto alla privacy.
Metto il contratto sul tavolo del direttore e chiedo il recesso. Cresce la tensione allorché il Direttore mi domanda se secondo me lui abbia un interesse specifico a proporre questo tipo di investimenti (domanda trappola). La mia risposta è la seguente: Sicuramente ci guadagnerete non penso che le poste vengano gestite da Madre Teresa di Calcutta. A quel punto batte i pugni sul tavolo e grida all'insulto. Prende la sua busta paga in bella vista sul tavolo, me la agita sul muso, sottolinea il basso ammontare corrispostogli mensilmente ed asserisce che non gli viene riconosciuto personalmente nulla per quanto riguarda la vendita di questi prodotti finanziari. Chiama rinforzi da una cassa che fa momentaneamente chiudere e minaccia di chiamare chissà chi che poi non specifica (presumo i Carabinieri per l'intrusione nel sacro perimetro).
Chiedo ai "rinforzi" di presentarsi ma il tizio dice che non è necessario che si presenti e si piazza vicino a me. C'erano anche due gentili signore alle casse (più a conoscenza del caso in quanto una di esse ha proposto l'investimento), ma ha preferito chiedere supporto a lui.
Il Direttore mi sciorina la sua formazione universitaria e ribadisce che mia madre è maggiorenne, nel pieno delle sue facoltà, ed in grado di decidere. Avendo lei sottoscritto significa che ha preso piena visione di tutto quanto concerne l'investimento (in piedi davanti ad un vetro - un opuscolo di circa 15 pagine con varie persone in coda). Gli do' ragione, "sicuramente non può essere andata in altro modo", affermazione che lui prende per sarcasmo. Probabilmente preferirebbe che io pronunciassi parole come... raggiro/omissioni/scarsa diligenza, ma secondo la legge così non è. Sul contratto c'è la firma di mia madre, il che significa che secondo la legge ha preso visione di tutto sotto la sua piena responsabilità, ed io non sono così stupido da dire qualcosa che mi metta fuori gioco nonostante lui ribadisca in più di un'occasione che l'abbia insultato - vedi Madre Teresa.).
Arriva anche mia madre tutta trafelata e per una mezz'ora dobbiamo sorbirci una lezione di alta finanza e di struttura della pubblica amministrazione, il che mi lascia indifferente. Io e mia madre vogliamo il recesso. Qualsiasi parola in più può essere fonte di tensione perciò mi pronuncio il meno possibile ed invito mia madre a fare altrettanto e lei, mortificata, sembra quasi scusarsi di non essere stata in grado di capire.
Nel contratto non trovano la clausola di recesso e a detta del Direttore è perché a differenza di altri prodotti come le polizze, non esiste e Vi è solo la possibilità di rimborso. Stremato dalla sua petulanza e ripetitività chiedo che si proceda in tal modo ed affermo di essere cosciente che Vi potranno essere delle differenze dovute alla fluttuazione del valore del fondo. Non mi importa... l' importante è non vederlo più.

Considerazioni:
Quanto è successo non è colpa del Direttore e degli impiegati della Filiale per i seguenti motivi:
1)Poche filiali delle poste (forse nessuna) hanno una sede appropriata per accogliere clienti interessati (o meno) a prodotti finanziari. La maggior parte delle filiali è dotata di sportelli ermetici ben separati dall' utenza.
2)Mi chiedo quale tipo di preparazione sia stata data al personale delle poste per quanto concerne questa "rivoluzione dell'offerta postale", sia dal punto di vista dell'approccio alla clientela che dal punto di vista puramente tecnico riguardo la conoscenza dei prodotti finanziari e dei contratti. A me risulta che si debba fare un esame per diventare promotori finanziari. Già un puntoin più a favore sarebbe un abbigliamento adeguato (sostituire magliette e polo con camicia e una cravatta, non dico giacca.. ).
3)Se è vero che nulla ed a nessun titolo viene corrisposto per questa vendita agli impiegati delle poste, che si faccia qualcosa. Sono una categoria a rischio estinzione. Posso solo encomiarli per l'estremo zelo dimostrato.

Quanto è successo è colpa mia per i seguenti motivi:
1)Non sono stato in grado di mettere mia madre al corrente che le poste ora sono come e meglio delle Banche (riassumendo il concetto del Direttore).
2)Dovevo sempre essere presente con lei non solo in questa spiacevole occasione (stando sempre al Direttore ed ancora una volta ha pienamente ragione).
3)Molto di quanto si è sforzata di insegnarmi per mettermi in guardia dai pericoli non ha valore perché questo non è più il suo mondo.

Le poste hanno più della banche la facoltà di venire a contatto con un'utenza di età avanzata (pensionati). Espongono poster che reclamizzano prodotti finanziari a basso rischio (fondi in Bond) che riportano in bella vista la remunerazione dell'anno passato (buona ma non garantita) e difficilmente espongono dati su altri tipi di fondi (azionari) in quanto dovrebbero anche lì informare sulla remunerazione passata ed avrebbe un effetto opposto sulla fiducia e la propensione all' acquisto.
Questo tipo di clientela è la più indifesa ed è alla mercé di gente che si occupava fino a ieri di tutt'altro. Possono fare seri danni.
Per gli anziani, tra le tante esigenze in più di noi giovani, ve ne sono due: la sicurezza economica nella vecchiaia derivata dai loro risparmi e la salute. Le poste hanno pensato alla prima. Mi auguro che prima o dopo non inizino a vendere anche farmaci.
 
 
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3 maggio 2003 0:00
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