Roma, 28 marzo 2007
Scrivo per comunicare che da sabato 31 marzo 2007, giorno in
cui mi recherò all'ufficio postale per pagare l'ennesima
bolletta, non avrò più un centesimo sul conto e sarò
quindi ufficialmente povero.
Uno dei tanti, pazienza. Eppure sono un medico, ho studiato
tanto e lavoro sodo. Ma non mi resta nulla in tasca. Sabato
pagherò la mia assicurazione professionale (OBBLIGATORIA),
solo l'ultima di una serie lunghissima di scadenze, che da
gennaio non mi permette di farmi bastare quel misero
stipendio che percepisco.
Non si riesce più nemmeno a fare la spesa senza dover
lasciare un rene alla cassa.
Già ad ottobre avevo segnalato il mio malessere (come da
lettera allegata), ma da allora ho ricevuto solo pochissimi
riscontri e senza sortire nessun effetto.
Comunico inoltre che nei prossimi giorni pubblicherò un
annuncio per essere assunto per fare le pulizie in qualche
appartamento o ufficio, al fine di arrotondare e riuscire
finalmente ad arrivare a fine mese, visto che in veste di
medico specializzando, per legge, non posso assolutamente
esercitare la mia professione di medico al di fuori del
Policlinico in cui studio, per uno stipendio di circa 1900
euro ogni due mesi (un mese mangio e un mese no), pari a
circa euro 3.95 all'ora. Non potendo arrotondare facendo il
medico, mi applicherò nel fare le pulizie.
Biasimando con forza l'operato di questo e del precedente
governo, assolutamente fuori dalla nostra realtà, annuncio
che il mio prossimo voto sarà finalizzato esclusivamente a
cambiare decisivamente le cose: lo affiderò quindi a gente
nuova, mai vista, con motivazioni diverse da quelle da voi
finora dimostrate.
Spero che saremo in tanti a decidere di cambiare rotta e che
alle prossime elezioni produrremo 333+630 disoccupati, dando
fiducia ad altrettanti volenterosi provenienti da situazioni
che rispecchino davvero la realtà di questo povero
Paese.
Michele Grio
Medico Specializzando
Roma
347-9367706
[email protected]
Roma, 15 ottobre 2006
Sono un giovane medico di 29 anni, non ancora specializzato,
neo-specializzando. Mi sono laureato il 22 novembre 2003, ho
cominciato a lavorare agli inizi del 2004, frequentando
contemporaneamente, ovviamente senza emolumenti di sorta, in
attesa di entrare in scuola di specializzazione. Il concorso
l'ho superato quest'estate e da allora studio per
specializzarmi.
Nel frattempo ho anche voluto sposarmi, e quindi dal 5
febbraio 2005 ho anche una famiglia.
Riferendomi al periodo intercorso tra la mia abilitazione e
l'ingresso in scuola di specializzazione, ho fatto una
miriade di lavori in una miriade di posti, sottopagato e
sacrificando ogni ora del mio tempo libero, compresi
week-end e vacanze estive. Ovviamente ho dichiarato tutti i
miei guadagni, da buon cittadino, e relativamente ad essi ho
anche versato le dovute tasse.
Facendo due semplici calcoli, dal mio reddito totale annuo,
vengono scalate una serie di quote, tra cui: 20% di ritenuta
d'acconto, eventuale ulteriore quota in base al reddito
finale (che io non ho dovuto mai pagare perché con il 20%
su indicato ho sempre sovrapagato), quota annuale dovuta
all'Ordine dei Medici (obbligatoria), quota annuale dovuta
all'ONAOSI (obbligatoria), 12% del reddito totale annuo da
destinare all'EMPAM (anch'esso obbligatorio), quota annuale
per le varie assicurazioni professionali (obbligatorie e
necessarie), spese ingenti da destinare all'aggiornamento
professionale, giustamente obbligatorio, necessario e utile,
ma molto costoso e a totale mio carico, acquisto di libri
scientifici in continua e rapida evoluzione (tant'è che un
libro di anestesia dopo due soli anni è da sostituire, e
visto il suo costo - almeno 100 euro - ne risulta una spesa
notevole), ecc. Volendo aggiungere spese relative al
motorino (acquisto, assicurazioni, rifornimenti e
manutenzione), importantissimo per spostarmi all'interno di
una città trafficata come Roma e quindi necessario per
svolgere il mio lavoro, oppure spese domestiche varie,
bollette comprese, spese per approviggionamento alimentare
(ogni tanto mangiamo anche noi), ecc. , e considerando il
risibile stipendio che guadagna mia moglie (circa 600 euro
mensili), alla fine del mese riesco a mettermi in tasca lo
stretto necessario a sopravvivere e a mandare avanti la mia
giovane famiglia. Del mio reddito totale annuo, in tasca mi
rimane meno del 50%.
Vogliamo anche considerare che con l'ingresso dell'euro
(sacrosanto), ad un aumento del costo della vita non è
affatto corrisposto un adeguamento delle entrate familiari:
una volta con 20.000 lire qualcosa la compravi al
supermercato, oggi non ne esci senza spendere almeno 50 euro
(che dovrebbero corrispondere a circa 50.000 lire).
Ne deduco, con profonda amarezza, che ho studiato tanto per
diversi anni, mi sono fatto una famiglia, lavoro
faticosamente, per poi potermi considerare uno dei poveri
del terzo millennio? E chi me lo ha fatto fare? A me il
lavoro e la missione che svolgo piacciono tantissimo, sono
disposto a sacrifici pur notevoli, ma la situazione deve
essere però anche sostenibile e ne deve valer la pena!
Così, allo stato attuale non è!
Nessuno si preoccupa di agevolare i giovani come noi al loro
ingresso nel mondo del lavoro, o nessuno ha mai fatto
qualcosa di concreto per favorirli nel formarsi una
famiglia.
Aprirei anche una sostanziosa parentesi sulle regole delle
scuole di specializzazione in ambito medico: per quale
motivo la borsa di studio che viene assegnata con apposito
concorso prevede l'elargizione di circa 900 euro mensili,
pagati però ogni due mesi, con il divieto assoluto di
arrotondare con qualche euro lavorando privatamente? Allora
io e mia moglie, un mese sì e un mese no, ci riterremo
ospiti a casa di coloro che hanno stabilito queste regole.
Tra l'altro ci vengono negati i contributi previdenziali
(cosicché io comincerò a versarli dall'età di 33 anni:
quando andrò in pensione io???), malattia, ecc. Siamo
letteralmente degli schiavi.
Di fronte a questa situazione insostenibile e al tristissimo
quadro (largamente incompleto) che ho qui esposto, il mio
stato d'animo è di totale sconforto e allo stesso tempo di
rabbia esasperata, di fronte alla totale assenza di
attenzione di fronte ai problemi che i giovani medici (sia
non specializzati che specializzandi) devono affrontare
giorno per giorno. Per ottenere qualcosa saremmo costretti
ad espatriare.. E non nascondo di prendere in considerazione
questa eventualità. Ma sottolineo una cosa: NON E' GIUSTO.
Non mi sta bene. E nessuno se ne rende conto, ma la
situazione sta gradualmente scadendo.
Le faccio una richiesta specifica: si attivi per favore
presso chi di dovere affinché ascolti i diretti
interessati, valuti con coscienza (basterebbe la coscienza)
e provi a porre rimedio almeno a qualcuno degli aspetti
esposti.
Resto a totale disposizione per ulteriori chiarimenti e per
più precise e approfondite considerazioni. Porgo cordiali
saluti,
Dott. Michele Grio
Via dell'Annunziatella 50
00147 Roma
Tel. 06/99706844
Cell. 347/9367706
e-mail:
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