SE PARLA SOFRI... (PARTE II)
Postato il Venerdì, 06 luglio @ 19:00:00 EDT di davide
Storia e archeologia DI H.S.
ComeDonChisciotte
Agli inizi degli anni Ottanta il giudice della Procura di
Trento Carlo Palermo condusse un'inchiesta scottante sui
legami e gli intrecci fra traffici di armi e di droga
disvelando il coinvolgimento di mafiosi, piduisti,
terroristi e uomini legati agli ambienti
dell'amministrazione USA di Reagan. In buona sostanza
l'inchiesta anticipava quanto avrebbe rivelato anni dopo il
contractor CIA Brenneke che comprava armi in Cecoslovacchia
per conto dell'Agenzia. L'agente CIA parlava della
connection CIA - P2 - mafia italoamericana e siciliana, dei
traffici di armi e droga e del terrorismo sia di estrema
sinistra che di estrema destra alimentati ad arte in Europa
allo scopo di "stabilizzare attraverso la
destabilizzazione", naturalmente in senso atlantico.
In un certo senso le sue dichiarazioni confermate anche da
un altro agente CIA Razin, anticipavano la scoperta
dell'organizzazione paramilitare GLADIO. Il giudice di
Trento ebbe il "torto" di coinvolgere nella sua inchiesta
dei faccendieri di area PSI fra cui Mach di Palmstein, un
affarista che, in precedenza aveva presenziato ad una sorta
di ricevimento in onore del banchiere "suicida" Calvi
insieme ad una serie di personaggi come Pazienza, Carboni -
in quel tempo socio di Berlusconi -, l'ex direttore del
SISMI Santovito e alcuni boss della banda della Magliana.
Craxi, in quel periodo Presidente del Consiglio, andò su
tutte le furie e fece pressione sul CSM, perché Palermo
venisse trasferito. Cosa che puntualmente avvenne.
La destinazione era Trapani, città siciliana particolare e
non solo per la presenza di cosche mafiose agguerrite, ma
anche per le logge massoniche "deviate" e ad alta densità
mafiosa raccolte attorno al Centro Scontrino, per
l'ubicazione del Centro Scorpione dell'organizzazione
atlantica GLADIO e per essere il centro di un movimento
separatista e di annessione alla Libia di Gheddafi collocato
piuttosto a destra. In questa città il giudice Palermo
continuò le sue inchieste e, nell'aprile del 1985, scampò
miracolosamente ad un'autobomba che, invece provocò la
morte di una donna e dei suoi due gemellini. Fu delitto di
mafia? C'entrava la massoneria? Oppure la stessa GLADIO?
Certo è che il giudice Palermo, che poi si dimise, si
occupava di inchieste tremendamente sospette. E Trapani è
ancora al centro di un'altra vicenda che, forse, non è del
tutto estranea alle inchieste del giudice Palermo. Nel
settembre del 1988 Mauro Rostagno, giornalista, ex leader
della componente "libertaria" venne assassinato
presumibilmente dalla mafia trapanese. Secondo il
giornalista Di Cori l'ex leader di Lotta Continua era
riuscito a filmare i voli di un piccolo aeroporto in
dotazione al Centro Scorpione della GLADIO. In esso gli
aerei della cooperazione con gli aiuti destinati alla
Somalia venivano svuotati e riempiti poi di armi. Dunque un
traffico di armi che coinvolgeva la GLADIO. Sembra che
Rostagno fosse venuto a conoscenza di quei traffici che,
qualche anno più tardi, porteranno presumibilmente alla
morte la giornalista Ilaria Alpi e l'operatore Hrovatin.
Secondo un sedicente "gladiatore" intervistato alla
trasmissione Report di RAITRE, la GLADIO era stata
utilizzata per degli sporchi traffici dai potenti di allora.
Traffici di armi, ma anche scorie radioattive e rifiuti
tossici. Allora erano coinvolti imprenditori e faccendieri
craxiani. Interessati agli affari immobiliari erano, invece,
il futuro sindaco di Milano Pillitteri, già aderente alla
Maggioranza Silenziosa di De Carolis (P2), ammiratore di
Sogno (P2) e poi approdato dal PSDI al PSI di Craxi di cui
divenne genero e anche Berlusconi, tycoon molto amico di
Craxi. Non è improbabile che Craxi, quando era Presidente
del Consiglio, avesse utilizzato i servigi di GLADIO,
infatti allora intratteneva fitti rapporti con il dittatore
somalo Siad Barre convertito alla causa "occidentale".
Traffici di armi per il dittatore in cambio di terreno per i
rifiuti? Possibile. E' noto come Craxi avesse favorito un
colpo di stato militare in Tunisia causando la destituzione
dell'eroe nazionale Burghiba e che l'operazione era stata
condotta dalla GLADIO. E' possibile che l'organizzazione
paramilitare, magari con l'appoggio logistico della mafia
locale, fosse stata la responsabile operativa degli
attentati a Palermo e Rostagno? Rostagno, poi, aveva
scoperto i maneggi della comunità di recupero dalla droga
Saman che egli stesso gestiva con l'aiuto di un altro oscuro
personaggio, Cardella, sempre vicino ai socialisti. Sembra
che anche Saman non fosse estranea ai traffici di cui sopra.
Sempre secondo Di Cori Rostagno, allarmato, avrebbe riferito
il tutto a una persona vicina all'allora Ministro della
Giustizia. Il giornalista non dice chi fosse questo
personaggio, ma Ministro della Giustizia del Governo
Andreotti (l'ennesimo), era allora, appunto, Martelli e la
comune militanza in Lotta Continua farebbe pensare proprio a
Sofri. In effetti è lo stesso periodo in cui Sofri, ma
anche i vertici di Lotta Continua vengono incriminati per
l'assassino del commissario Calabresi con le dichiarazioni
del "pentito" Marino. Questo "pentito" sarebbe stato gestito
dal colonnello dei carabinieri Bonaventura che verrà
indicato come colui che, in seguito alla perquisizione del
covo brigatista di via Monte Nevoso a Milano sottrarrà
copie dei "verbali" dell'interrogatorio di Moro da parte dei
brigatisti. Un alto ufficiale in pensione del SISMI
Cogliandro allestì una sorta di "servizio segreto privato"
presumibilmente al servizio di Craxi. Dalle informative
raccolte emerge un'ostilità nei confronti della cosiddetta
"lobby di Lotta Continua", forse giudicata come una sorta di
gruppo teso a influenzare da "sinistra" il PSI. Nei servizi
segreti, ove, forse non mancavano scampoli di piduismo e
nelle forze dell'ordine era diffusa un'avversione nei
confronti degli ex di Lotta Continua? Si temeva che potesse
trapelare qualcosa sui traffici somali? E anche nel PSI
c'era qualcosa che si muoveva? Non si può escludere,
comunque, che Rostagno avesse rivelato qualcosa a
Sofri.
Nel 1987, alle elezioni politiche, il PSI craxiano registrò
un parziale successo. Per l'occasione occorre ricordare che
la mafia siciliana, Cosa Nostra, allora dominata dai
corleonesi di Riina, aveva fatto spostare dei voti dalla DC
al PSI (ma anche al Partito Radicale), quindi verso partiti
garantisti. La DC non offriva più molte garanzie mentre i
socialisti - con i radicali - si agitavano per promuovere la
responsabilità penale dei giudici. Gli attacchi dei
craxiani contro la Magistratura - un assaggio di quelli
forse più gravi lanciati anni dopo da Berlusconi - erano
cominciati in occasione di quelle inchieste della
Magistratura milanese che toccavano la fuga di Sindona, la
P2 e il crack del Banco Ambrosiano. Peraltro l'atteggiamento
del PSI craxiano nei confronti dei giudici rispecchiava
l'analogo atteggiamento di Gelli e dei piduisti, i quali
volevano imporre il controllo dell'Esecutivo sulla
Magistratura requirente. Questo atteggiamento, peraltro, era
anche comune al garantismo dei Radicali e della sinistra
extraparlamentare che avevano un'allergia nei confronti dei
giudici risalente a qualche anno addietro. Martelli, poi
Ministro della Giustizia, era stato eletto anche grazie a
voti mafiosi. Che Riina e i mafiosi siciliani diffidassero
della DC e tentassero un approccio nei confronti del PSI
sembra confermato da dichiarazioni di pentiti. Riina aveva
convocato il famoso stalliere mafioso di Arcore Mangano, per
riferirgli che "era lui ad avere in mano Berlusconi". Il
cavaliere doveva essere la via per arrivare proprio a Craxi.
Nel 1990 viene varato il cosiddetto CAF (Craxi - Andreotti -
Forlani), un governo di pentapartito (DC - PSI - PSDI - PRI
- PLI), ma retto fondamentalmente dall'intesa fra i craxiani
e la destra democristiana. Insomma una formula che non
sarebbe dispiaciuta a Gelli che, una decina d'anni prima,
auspicava l'accordo fra Craxi ed Andreotti, il primo come
Presidente del Consiglio, il secondo della Repubblica, per
promuovere un assetto costituzionale presidenzialista. Viene
approvata la cosiddetta legge Mammì sull'assetto
radiotelevisivo, una legge fatta su misura per Berlusconi,
voluta fortemente da Craxi e che, in teoria, non sarebbe
dispiaciuta a Gelli. La sinistra democristiana apre una
crisi con le dimissioni di cinque ministri che vengono
prontamente sostituiti da Andreotti, Presidente del
Consiglio. Il paese è in fermento, agitazione e la Prima
Repubblica mostra segni di crisi evidenti. Si affacciano
nuove forze politiche come le Leghe, la Rete, i referendari.
Il PCI, con il crollo del Muro e i fatti di piazza
Tienammen, deve, a sua volta, affrontare una crisi non
facile che porterà a un rinnovamento del partito, ormai
liberatosi del marxismo. E' proprio in quel 1990 che la
crisi comincia a farsi acuta per la Repubblica. E'utile
rammentare come le gocce che fanno traboccare il vaso
vengono da quei capitoli oscuri della storia repubblicana.
In un servizio televisivo il contractor CIA Brenneke svela i
rapporti fra CIA, mafia e P2 nella gestione di traffici
d'armi e droga e nel finanziamento del terrorismo, mentre
qualche mese più tardi il Presidente del Consiglio
Andreotti si vede costretto a rivelare l'esistenza
dell'organizzazione paramilitare atlantica GLADIO di cui si
sospetta un ruolo nella "strategia della tensione". In via
Montenevoso a Milano, ove anni prima, i carabinieri avevano
rinvenuto copie del memoriale Moro in un covo brigatista,
vengono trovate copie inedite in cui emerge l'esistenza
della GLADIO e in cui viene attaccato il Presidente del
Consiglio Andreotti. Il Presidente della Repubblica Cossiga,
già "gladiatore" e Ministro degli Interni durante il
sequestro Moro con i comitati di crisi colmi di piduisti,
dà di matto. Si atteggia a paladino di una riforma
presidenzialista dello stato italiano, attacca la
Magistratura con cui avvia un conflitto di poteri piuttosto
grave, difende i "gladiatori" e i piduisti, attacca i
comunisti e i compagni di partito e propone una soluzione
all'annosa questione dei detenuti degli anni di piombo con
una sorta di amnistia generale. Un colpo di spugna perché
si rimuovano le responsabilità (molteplici) dei tentativi
di golpe veri o presunti, della strategia della tensione,
delle stragi, del terrorismo e degli anni di piombo.
L'impressione è quella : una soluzione che non
dispiacerebbe non solo ai brigatisti rossi in carcere, ma
pure ai terroristi neri e anche ai "gladiatori" o a gruppi
armati consimili e ai servizi cosiddetti "deviati" e
piduisti. A mio parere non è vero che i vecchi leader
politici come i Craxi, gli Andreotti, i Cossiga, ecc. non
fossero inconsapevoli della bufera. Sicuramente essi
volevano cavalcare il cambiamento, ma è probabile che si
fossero create divergenze con la sostanziale creazione di
due cordate : da una parte Cossiga - Craxi - Gelli e
dall'altra Andreotti - Martelli. La differenza sta nel fatto
che, mentre questi ultimi pensavano di liberarsi, almeno
parzialmente, del giogo dei rapporti con poteri forti o
occulti (americani, nuove P2, massonerie "deviate, mafie,
ecc.) guardando alle nuove forze politiche e concedendo
qualcosa sul terreno della "questione morale", magari per
avvicinarsi ai comunisti ; i primi puntavano sulla riforma
presidenzialista e, probabilmente, sul rinnovamento dei
rapporti con i poteri suddetti. In questo frangente vediamo
Gelli, logge "deviate", Cosa Nostra ed elementi di estrema
destra impegnati nel creare improbabili movimenti e "leghe
meridionali", a volte con venature separatiste a imitazione
della Lega Nord con intenti destabilizzanti. Vi è coinvolto
anche un senatore socialista già inquisito per
favoreggiamento dei brigatisti. Che, invece, Andreotti e
Martelli avessero tentato di rifarsi la "verginità"
politica pare indubbio. Il Presidente del Consiglio deve
rifarsi dei pesanti rapporti della sua corrente con la mafia
siciliana, mentre, come abbiamo visto, il Ministro della
Giustizia aveva preso voti dalla mafia a Palermo, magari
inconsapevolmente, per cui si porterà in via Arenula
proprio Falcone di cui diverrà sostenitore e sponsor
politico. I rapporti di Martelli con Craxi, da cui vorrebbe
affrancarsi, non sono più quelli di un tempo e anche con
Gelli, ammesso che vi siano stati contatti non superficiali,
sono cambiati. Quando Martelli verrà travolto
dall'inchiesta sul Conto Protezione troverà il modo di
accusare Gelli di essere all'origine dei suoi guai. Anche
per Andreotti il discorso non cambia e i suoi guai politici
e giudiziari cominciano probabilmente con le rivelazioni
sulla GLADIO. Ma il futuro senatore a vita non si limita a
questo, fa allusioni anche pesanti e poi, per l'attentato a
papa Giovanni Paolo II punta il dito su padre Morlion - di
cui, in gioventù, era stato segretario particolare -.
Morlion era stato un collaboratore della CIA. Insomma gli
americani. Andreotti viene a sua volta fatto oggetto di
attacchi e indicato come il vero capo della mafia e Grande
Vecchio della strategia della tensione. E la mafia da che
parte sta? I corleonesi paiono impegnati su diversi fronti :
oltre ad agganciare nuovi soggetti politici diversi dalla DC
e sperimentare in maniera autonoma nuove vie politiche di
cui si è detto, da un lato si organizzano le vendette nei
confronti dei magistrati che avevano allestito il
maxiprocesso, quindi Falcone e Borsellino e dall'altro le
esecuzioni dei "traditori" politici. Andreotti viene colpito
indirettamente, prima con l'assassinio del suo proconsole in
Sicilia, già in odore di mafia, Salvo Lima, poi con la
strage di Capaci di cui rimane vittima il giudice Falcone,
ma che viene attuata proprio nei giorni dell'elezione del
Presidente della Repubblica. Cade la candidatura di
Andreotti a favore di quella di Scalfaro. Infine viene
assassinato l'esattore andreottiano Ignazio Salvo. L'antica
relazione fra andreottiani e mafiosi si era rotta.
E'accertato, poi, che Cosa Nostra voleva assassinare
Martelli, sponsor di Falcone per la sua elezione alla DIA.
Due mesi dopo la strage di Capaci, con la strage di via
D'Amelio, sempre a Palermo la mafia uccide anche il giudice
Borsellino, amico e collega nel pool antimafia del giudice
Falcone. Un paio di giorni prima della strage di Capaci
Borsellino aveva rilasciato un'intervista al giornalista
francese Calvi nella quale si faceva esplicito riferimento a
Berlusconi e Dell'Utri come a riciclatori dei proventi dei
traffici di droga di Cosa Nostra. Come è noto Dell'Utri,
collaboratore e amico di Berlusconi, verrà condannato a
nove anni per mafia in primo grado. Sembra che fosse stato
proprio Dell'Utri a far assumere il mafioso Mangano come
fattore da Berlusconi.
Ma in questa grave crisi istituzionale, in questa sorta di
guerra di tutti contro tutti che faceva Sofri? E da che
parte stava? Impregnato a difendersi dall'accusa di essere
stato il mandante dell'omicidio del commissario Calabresi,
Sofri fa una sorprendente rivelazione sul giornale Il
Sabato, area CL, rivelazione che, forse non ha niente a che
vedere con i suoi guai giudiziari, o forse no. Allora Il
Sabato era diretto da un ex di Lotta Continua Paolo Liguori.
Come è noto gli ex delle formazioni extraparlamentari
dell'estrema sinistra sarebbero approdati poi o al PSI
craxiano, o al Partito Radicale come alcuni noti estremisti
di destra o, addirittura, sulle sponde cielline. Liguori
sembra essere approdato a tutte le sponde ! Da Lotta
Continua a redattore di Radio Radicale, dal foglio
anticomunista di Montanelli Giornale a quello dell'ENI
Giorno, dal ciellino Sabato alle reti berlusconiane della
Fininvest. E'indicativo della mentalità mercenaria di molti
di questi soggetti. Ma cosa disse, in sostanza Sofri?
Secondo una fonte da lui interpellata, "accreditata per non
dire sciocchezze", durante i giorni del sequestro Moro Gelli
avrebbe occupato un ufficio presso il Ministero della Marina
Mercantile e, come collaboratore dei servizi segreti,
avrebbe partecipato ai comitati. Ai tempi Sofri si era
impegnato con il suo giornale Lotta Continua per la
liberazione di Moro mediante trattativa intrattenendo a tal
scopo contatti con il PSI e i gruppi extraparlamentari.
Insomma Sofri vuole tirare una frecciata dicendo in sostanza
che, mentre lui, i "lottacontinuisti" (e il PSI) si erano
impegnati per promuovere la trattativa, altri, negli
ambienti ministeriali , peraltro colmi di piduisti,
lavoravano per la fine dello statista. Insomma, in maniera
non esplicita, si attaccano Gelli, la P2 ma anche Cossiga
che era il Ministro degli Interni. Non è poi la prima volta
che l'allora Presidente della Repubblica veniva fatto
oggetto di attacchi riguardo il caso Moro. Tre anni prima,
nel 1988, Craxi aveva fatto capire di essere in possesso
delle bobine di registrazioni delle telefonate di un
presunto brigatista che accusava Cossiga di essere fra i
capi delle BR. Difficile da credere. Tuttavia qualche
elemento di ricatto concreto Craxi e il PSI dovevano averlo
visto che, da allora, le posizioni con il Presidente della
Repubblica, soprattutto per quanto riguarda presidenzialismo
e Magistratura, saranno sempre più convergenti. Ma adesso
il contesto è un po' cambiato. Evidentemente all'interno
del PSI non c'è più la stessa sintonia con il segretario
Craxi. Non è, infatti, possibile che la fonte di Sofri
fosse proprio Martelli che, a detta di Gelli, aveva
intrattenuto con il Venerabile dei buoni rapporti in
passato? E' evidente che l'idillio con Gelli e con Craxi è
cosa del passato per Martelli. Ma perché Sofri si
presterebbe al gioco di queste rivelazioni? Innanzitutto
egli è ben introdotto negli ambienti del PSI e sceglie di
stare dalla parte del suo amico Martelli, impegnato, come
abbiamo visto, ad un "rinnovamento politico". Credo anche,
poi, che Sofri pensasse seriamente che i poteri occulti
legati a Gelli o che lo erano stati, avessero brigato per
incastrarlo nella vicenda dell'assassinio del commissario
Calabresi. E qui rimando a quanto detto a proposito
dell'omicidio Rostagno, ex Lotta Continua e amico di Sofri.
Le rivelazioni vennero fatte su un giornale diretto da un ex
"compagno" di Sofri e allora è veramente così illogico
pensare che esistesse una lobby di Lotta Continua (operante
soprattutto all'interno del PSI) come ritenevano infatti gli
uomini del colonnello Cogliandro? Credo di no : all'interno
soprattutto della stampa, in particolari frangenti, una
sorta di solidarietà non superficiale è venuta fuori come
nel caso Calabresi. Almeno questo era sicuramente il
pensiero di settori dei poteri occulti e dei servizi segreti
che, invece, guardavano con simpatia a Craxi, il quale,
molto probabilmente, ricambiava. Ma c'è da aggiungere un
ultimo elemento : il giornale Sabato era finanziato
dall'andreottiano Sbardella, il quale, nel momento
dell'offensiva mafiosa contro la corrente di Andreotti,
denuncerà manovre di poteri forti e occulti nazionali ed
internazionali. E' noto come CL fosse una sorta di "braccio
armato" di Andreotti oltre che della Chiesa. Il fatto che
allora Andreotti e Martelli condividessero parecchie scelte,
sembra chiudere il cerchio. Dunque da un lato Cossiga -
Craxi - poteri a cui fa riferimento Gelli (Nuova Destra
americana, mafia, servi segreti "deviati", logge massoniche
"deviate", ecc.) e dall'altro Andreotti - Martelli - lobby
di Lotta Continua.
La prima metà degli anni Novanta in Italia si presenta,
quindi, all'insegna del "di tutto di più". Senza cercare di
azzardare un'interpretazione vi illustro alcuni degli eventi
di maggior peso ed importanza : la "guerra di mercato" fra
De Benedetti e Berlusconi per il controllo della Mondadori,
la legge Mammì che sancisce il duopolio televisivo RAI -
Fininvest di Berlusconi, le rivelazioni degli agenti CIA
Brenneke e Le Winter sui rapporti CIA -P2 - mafia e fra Bush
senior, allora Presidente USA, e Gelli, le esternazioni del
Presidente della Repubblica Cossiga contro Magistratura, DC
e PCI, l'accusa ad Orfei, consigliere di De Mita, di essere
una spia del KGB, l'inchiesta del giudice Casson sulla
strage di Peteano che porterà alla rivelazione della GLADIO
da parte del neofascista Vinciguerra e la conferma del
Presidente Andreotti in Parlamento, la scoperta delle copie
"inedite" del memoriale Moro con riferimenti a GLADIO e
attacchi ad Andreotti, le imprese della cosiddetta banda
della Uno Bianca, che si sospetta essere una "scheggia
impazzita" della GLADIO, la desecretazione dei documenti
relativi al Piano SOLO, uno strano incidente che coinvolge
il neofascista Delle Chiaie, l'inchiesta Mani Pulite, la
maxitangente ENIMONT con contorno di suicidi fra politici
socialisti, manager di stato e di Gardini, manager della
Ferruzzi e finanziatore del PSI e, secondo il sedicente
"gladiatore" militare Arconte, anche della GLADIO,
l'inchiesta sul crack del Banco Ambrosiano e sul conto
Protezione, l'inchiesta calabrese sulla cosiddetta
massomafia, l'intreccio fra massoneria "deviata" e
ndrangheta, l'inchiesta sui traffici Phoney Money che
coinvolge la Lega, quella sui traffici di armi nei Balcani,
le telefonate della finte rivendicazioni a nome della
Falange Armata, forse ad opera di una sezione del SISMI (e
che ricorda il recente spreco di buste e pallottole come
avvertimento), lo scandalo dei fondi neri del SISDE, lo
sventato finto attentato ad un treno ad opera di un
collaboratore del SISDE e di un piccolo camorrista, le voci
di presunti golpe (Ciolini, Saxa Rubra, Di Rosa, ecc.), un
piccola bomba rivendicata da "nuove BR" alla base NATO di
Aviano, l'individuazione di Maccari, il quarto carceriere di
Moro, l'incriminazione di Andreotti per mafia e per
l'assassinio del giornalista Pecorelli, l'incriminazione di
Craxi, il riemergere del nome di Gelli in uove inchieste (
riciclaggio in Campania, rapporti ndrangheta - massoneria in
Calabria, i nuovi movimenti "leghisti" mafiosi e di estrema
destra), nuove morti sospette in Somalia (il "gladiatore" Li
Causi, già a capo del centro Scorpione di Trapani, la Alpi
e Hrovatin, il misterioso disastro della Moby Prince, la
nuova inchiesta del giudice Salvini sulla strage di piazza
Fontana, gli approcci di Riina e Cosa Nostra a Craxi e
Berlusconi, il nuovo indipendentismo siciliano e meridionale
pilotato da mafia e settori della massoneria, l'assassinio
di Lima e Salvo, uomini vicini ad Andreotti,, l'arresto di
Contrada numero tre del SISDE per concorso esterno di aiuto
alla mafia, le bombe mafiose del biennio 1992 - 1993
(Falcone, Borsellino, l'attentato a Costanzo, Roma, Firenze,
Milano) con il corollario di avvertimenti a settori dei
servizi, della massoneria e di "ordini cavallereschi", il
sospetto suicidio di un mafioso, la visita in carcere in
Inghilterra al mafioso Di Carlo, già indicato come
l'assassino del banchiere Calvi, di agenti segreti americani
e inglesi, l'arresto di Riina e il sospetto di mancata
perquisizione della sua villetta, le trattative segrete fra
organismi dello Stato e la mafia, il finto attentato a
Palazzo Chigi, la mancata strage all'Olimpico di Roma, la
gestazione e la formazione del "partito" di Berlusconi Forza
Italia. Anni certamente convulsi, come si può vedere.
Dopo la morte di Borsellino, lo Stato non poteva rimanere
inerte e così vennero arrestati diversi boss, nello stesso
tempo si cercava di intavolare trattative come quella del
ROS dei carabinieri che contattò l'ex sindaco di Palermo
affiliato alla mafia Vito Ciancimino. I corleonesi
pretendevano la revoca di una serie di misure come la
confisca dei beni mafiosi e del 41 bis, probabilmente
minacciando nuove stragi. Nel gennaio del 1993 venne
arrestato Riina, il boss dei boss proprio dai carabinieri
del ROS. Fra gli ambienti mafiosi corre ancora voce che
fosse stato tradito da Provenzano, il superlatitante, solo
recentemente catturato a sua volta. Sembra che fosse stato
lui a indirizzare Ciancimino da i carabinieri. Quel che è
certo è che i carabinieri arrestarono Riina fuori dalla
villa e non effettuarono mai alcuna perquisizione doverosa
dell'abitazione. Vi erano forse documenti scottanti che
riguardavano le complicità di finanzieri, imprenditori,
politici e professionisti alla mafia, documenti che potevano
servire a Riina a scopo di ricatto. Non lo sapremo mai. I
termini della trattative di cui si è detto paiono ancor
oggi nebulose. Cosa Nostra sembra spaccarsi fra i "moderati"
raccolti attorno a Provenzano e gli "intransigenti" seguaci
di Riina. Comincia una nuova campagna terroristica fuori
dall'isola, forse con la complicità dei soliti "poteri
occulti" (servizi e logge massoniche "deviate"?) che prevede
il danneggiamento di monumenti e i soliti avvertimenti e
messaggi a chi deve intendere (Stato? Servizi segreti?
Massoneria? Vaticano?). Quando la campagna cessa, con la
consueta scia di sangue, il progetto berlusconiano di Forza
Italia è ormai portato a termine e i movimenti
"separatisti" manipolati dalla mafia vengono sciolti. Su
questo progetto occorre pur dire qualche parola. Credo che
il cavalier Berlusconi avesse ricevuto più sollecitazioni.
Innanzitutto la Fininvest era sull'orlo del fallimento e il
principale padrino politico, nonché amico, Craxi era ormai
"bruciato" dalle inchieste giudiziarie. Scendere in campo
costituiva forse l'unica via per impedire la vittoria dei
propri avversari politici, specie il PDS - PCI. Vi erano poi
certo le sollecitazioni di quei poteri che, molto
probabilmente, erano stati fondamentali per la fortuna
imprenditoriale del tycoon (vogliamo fare della ipotesi : la
Nuova Destra americana? Vecchie e nuove P2? La mafia
italoamericana e quella siciliana? Spezzoni
dell'anticomunismo di casa nostra?). Non dimentichiamoci che
Berlusconi era stato iscritto alla P2 e, secondo il
giornalista Guarino, si era finanziato tramite il sistema di
riciclaggio sindoniano, in sostanza quello mafioso. Forza
Italia nasce sostanzialmente da Publitalia, la società di
raccolta pubblicitaria, quindi, in sostanza, la più
importante della galassia berlusconiana, diretta da Marcello
Dell'Utri, in rapporti con elementi della mafia palermitana.
Sarà lo stesso Craxi a dare il via all'operazione di
Berlusconi, ma con una riserva, mentre Craxi privilegia
un'operazione di marca "centrista" coinvolgendo elementi del
vecchio pentapartito, Berlusconi, nel suo anticomunismo
viscerale, guarda soprattutto alla Lega e ai postfascisti
dell'MSI poi AN. I fatti daranno ragione al cavaliere. Oltre
a Dell'Utri, fra i "padri" di Forza Italia troviamo proprio
Ferrara, l'amico di Sofri, craxiano di ferro di cui più
avanti ci occuperemo. Contrario al progetto era invece
Costanzo che, già iscritto alla P2, in un periodo di
rinnovato slancio antimafioso, aveva subito un grave
attentato, probabilmente un avvertimento. Alla fine le
elezioni le vince proprio Forza Italia con gli alleati di
destra (Lega ed MSI), il pericolo di una sinistra al governo
viene scongiurata per la gioia di molti e cessano le bombe
mafiose per un periodo di stabilità e ritrovata pax
(mafiosa). Basta guardare la primo governo Berlusconi per
trovarvi tutta la sintesi dell'ostilità all'odiato
"cattocomunismo" di memoria morotea : residui del vecchio
CAF e Pentapartito, leghisti, neo e postfascisti, radicali
pannelliani, ex comunisti, ex sessantottini convertiti,
personaggi in odore di mafia, vecchi iscritti alla P2,
craxiani e, naturalmente dipendenti Fininvest /
Mediaset.
Sembra l'approdo della cordata Cossiga - Craxi - Gelli di
cui si è detto.
Questo per fare un panorama che, nella complessità degli
eventi trattati, siano i più fedeli possibile ai fatti o
cerchino di esserlo.
Torniamo a Sofri.
Negli anni successivi, anche grazie al plauso degli ex
"compagni" di Lotta Continua, si è guadagnato simpatie e
consensi dal centrodestra al centrosinistra. Penso che
abbiano influito anche il suo impegno "umanitario", il suo
"neoconservatorismo" moderato, nonché l'attivismo
antisovietico e antirusso prima a favore di Solidarnosc in
Polonia, poi dei dissidenti serbi nella Serbia di Milosevic
e degli indipendentisti ceceni. Ciò non è bastato ad
evitargli una condanna.
Tuttavia Sofri è uomo intelligente e accorto capace, come
abbiamo visto, di scagliare le sue frecce in maniera mirata.
A ciò si aggiunga che è stato un importante testimone
della storia palese ma anche "occulta" dell'Italia dal 1968
al 1994. Egli potrebbe essere a conoscenza di alcuni
retroscena di fatti come la strage di piazza Fontana, la
morte dell'anarchico Pinelli, l'assassinio del commissario
Calabresi, l'affaire Moro, i traffici somali e l'assassinio
dell'amico ed ex "compagno" Rostagno. Potrebbe dire alcune
cose sul ruolo degli infiltrati dell'Ufficio Affari
Riservati del Viminale nelle infiltrazioni
nell'ultrasinistra, dei rapporti fra esponenti del PSI e
Lotta Continua o fra la CIA e la stampa di estrema sinistra
di quegli anni. E ancora. sul passaggio di militanti del PCI
e della sinistra extraparlamentare nelle file del PSI
craxiano, sui rapporti di quest'ultimo con poteri "forti"
come il CSIS, i neoconservatori americani legati alle
amministrazioni Reagan - Bush (senior), la P2 di Gelli e il
Vaticano fino alle lotte intestine nello stesso PSI al
tramonto della Prima Repubblica in vista della gestazione
del movimento berlusconiano Forza Italia. Ma perché queste
rivelazioni sull'Ufficio Affari Riservati proprio ora? E
perché la scelta del Foglio di Giuliano Ferrara? Posso
azzardare delle ipotesi. Io non credo che Sofri parli per la
sua posizione o, almeno, non solo. Mi viene in mente quel
che disse Curcio, capo storico delle BR tempo fà e cioè
che di certe cose non si sarebbe mai venuti a conoscenza per
una sorta di complicità fra il Potere e coloro che vi si
opponevano. Ricordo che ai tempi delle "picconate" e delle
esternazioni di Cossiga, Presidente della Repubblica, fra le
altre cose, voleva proporre una amnistia per i detenuti per
terrorismo. Si trattava, evidentemente, di una soluzione
interessata proveniente da un "gladiatore" che cercava di
rimuovere gli episodi sconcertanti della "strategia della
tensione". Curcio e compagni erano d'accordo per ovvie
ragioni.
Come ben sappiamo, dagli anni di piombo sono trascorsi ormai
una trentina d'anni e il "grosso" dei condannati per lotta
armata sta per essere restituita alla libertà. E'mia
opinione che Sofri stia parlando a nome di costoro e che la
rivelazione contenga un messaggio rivolto a due gruppi di
soggetti : 1) quel che noi possiamo definire in maniera
schematica i"poteri occulti" o "poteri forti" come la P2,
l'Ufficio Affari Riservati o la GLADIO stessa che hanno
avuto un ruolo negli anni della "strategia della tensione" e
magari hanno strumentalizzato o, addirittura, eterodiretto
la lotta armata brigatista ; 2) i reduci del Sessantotto
che, dalla Nuova Sinistra si sono convertiti al
"moderatismo" o, addirittura, alla Nuova Destra, quelli che,
magari hanno poi flirtato con il craxismo per poi
allontanarsene al momento opportuno, quelli che, forse, si
sono accodati a quei "poteri forti" o "poteri occulti",
quelli che hanno scelto la convenienza o, magari, sono stati
ricattati perché non estranei al clima di violenza degli
anni Settanta. O magari, sotto sotto, hanno prestato opera
di fiancheggiamento alle BR o agli altri gruppi armati senza
poi pagare dazio. Si pensi, soprattutto, ad una generazione
di giornalisti ed editorialisti celebri e già militanti non
solo di Lotta Continua, ma magari anche di formazioni più
estremiste come Potere Operaio di Negri, Scalzone e Piperno
ove militò il "moderato" Paolo Mieli, direttore del
Corriere della Sera, il foglio del grande capitalismo
italiano, in cui scrive anche l'altro "moderato" Pierluigi
Battista, altro reduce di una formazione della galassia
estremista degli anni Settanta.
Forse, adesso che escono i "compagni"lottarmatisti, la festa
per molti potrebbe essere guastata, con buona pace dei
Cossiga e anche dei Mieli. Certo anche costoro, in genere,
auspicavano l'"uscita" dei "compagni" dalle galere, ma Sofri
mette in guardia : coloro che hanno veramente pagato, ora
che non hanno più catene e condanne pendenti, potrebbero
parlare. Qualcuno ha lanciato l'allarme : l'uscita dei
"brigatisti storici" potrebbe innervare le forze delle nuove
BR. Francamente non lo credo possibile, perché ormai
ritroviamo di fronte a gente non più giovane, disillusa e
che, forse, vuole trovare un posto nella società di oggi. E
qui sta il punto. Di fronte ai "compagni" che si sono
rifatti la vita e che hanno anche afferrato la pagnotta, i
"compagni che hanno sbagliato" si accontentano anche delle
briciole, ma comunque che sia qualcosa, altrimenti ! Da qui,
secondo me, l'avvertimento di Sofri che si è fatto
portavoce dei reduci della lotta armata con cui ha condiviso
l'esperienza carceraria. Ma perché la scelta del Foglio di
Ferrara? Sofri, si sa, è amico di Ferrara, ma non bisogna
sottovalutare la scelta. Il Foglio, di proprietà della
famiglia Berlusconi e comunque attestato su posizioni di
centrodestra, raccoglie molti ex "compagni" di Lotta
Continua e di Potere Operaio. Secondo il giornalista
Blondet, è il punto di riferimento del neoconservatore
americano Ledeen usato per orientare in senso filoamericano
e filoisraeliano. Come è noto i neoconservatori, per la
maggior parte, sono anche loro soggetti che sono passati
dalla Nuova Sinistra libertaria e sessantottina alla Nuova
Destra neoconservatrice e neoliberista. Lo stesso percorso
del suo direttore, Ferrara, è esemplare. Tenace militante
del PCI fino al 1979, poi craxiano di ferro e,
inevitabilmente, berlusconiano "illuminato". Un dato
interessante della sua biografia, da lui stesso rivelato è
che, a metà degli anni Ottanta, ha fatto l'informatore
della CIA per conto della quale spiava Craxi. Un dato
curioso di Sofri, quindi, è che sarebbe stato amico di due
importanti esponenti del PSI (Martelli e Ferrara) che, per
conto dei servizi segreti (italiani nel primo caso e
americani nel secondo) spiavano Craxi. Insomma, a certi
ambienti Craxi piaceva, ma, essendo leader del PSI, se ne
valutava costantemente l'affidabilità.
Ferrara, dunque, agente della CIA e neoconservatore che,
poi, non è cosa molto diversa, visti gli agganci di
personaggi come Ledeen nei servizi segreti americani. Ma
quale sarebbe l'interesse di un Ferrara per i vecchi
brigatisti? Beh ! Non è detto che, qualcuno, con le sue
rivelazioni non danneggerebbe proprio i neocon e, allora, è
meglio farseli amici convertendoli al "credo" neocon (o
teocon come si dice in Italia) e reclutandoli. Sarebbe un
buon serbatoio !
E' vero : si tratta di ipotesi, magari totalmente infondate,
ma io suggerirei di tenere d'occhio le firme del Foglio. Se
accadesse, non dovrebbe mica poi stupire più di tanto. In
questo paese siamo ormai abituati a tutto.
Vedremo poi se Sofri si imporrà di zittirsi o se
centellinerà altre rivelazioni.