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Le tasse della Sibilla: solo uno le conosce, ma se ne vergogna
di Camerata Jo
8 aprile 2006 0:00
 
Condividiamo la vergogna che Prodi prova per le sue stesse tasse. Ma troviamo ugualmente scandaloso il fatto che lui stesso se ne vergogni dopo averle pensate. Anche Rutelli si sbraccia a negare aumenti che invece sono nei programmi e nella logica delle cose. Un silenzio affannoso ed eloquente che insospettisce ancora di più: più che nella mente di Giove l'aumento delle tasse sembra riposare nella ben più truffaldina mente di Mercurio, dio abituato a mille raggiri.
E per un motivo, semplicemente, di psico-politica elettorale, non economico. Poichè, ancora più di Berlusconi, Prodi - che notoriamente è un pauroso, e non è neanche una cima - sarà assolutamente incapace di tagliare gli sprechi e di fare economia, magari licenziando mezza Pubblica Amministrazione, come pure dovrebbe per realizzare risparmi consistenti, tali da incidere visibilmente sul bilancio dello Stato.

CORPORATIVISMO E PRIVILEGI. Prodi, infatti, è bloccato dal corporativismo e dall'abitudine al privilegio di classe, che tutti sanno essere caratteristici dell'elettorato dell'Unione più ancora di quello della Casa delle libertà, dove pure sono consistenti. Insomma, i tassisti, i commercianti, i farmacisti e i professionisti (Destra, tanto per generalizzare) hanno opposto a Berlusconi e opporranno ancor di più a Prodi forti resistenze all'eliminazione dei propri privilegi anti-liberali.
Ma, se a questi si aggiungono anche gli impiegati, gli studenti, i sindacati, gli Enti locali, i giornali, la Tv e le numerose lobbies elettoralmente protette (Sinistra, per generalizzare), allora per Prodi sarà davvero impossibile anche solo provare a smaltire lo pseudo-lavoro parassitario e le rendite di posizione. Perciò, come valutare le vaghe ma minacciose "armonizzazioni fiscali" che l'Unione ha in programma? Vediamone alcune, con l'aiuto d'un amico docente dell'Università statale di Roma.

TASSE SULLA CASA: "adeguamento degli estimi catastali ed abbassamento dell'ICI", dice il librone di Prodi Sibilla Cumana ("Ibis redibis non / morieris in bello"). Traduzione: si raddoppia l'imponibile ai fini ICI (prima casa) o IRPEF-ICI (seconde o terze case) e si riduce l'ICI di un punto. Naturalmente dalla manovra sono esclusi gli immobili popolari o di uso cooperativo. Ma poichè le case hanno ormai raggiunto quotazioni stratosferiche, di fatto, per la maggior parte delle abitazioni dei ceti medi la riduzione dell'aliquota sarà esigua, mentre la crescita dell'imponibile risulterà enorme. Insomma, non si sa se il poveretto tornerà o morirà in guerra: tutto lascia ritenere più valida quest'ultima ipotesi.

TASSE SUI CAPITALI: "aumento della tassazione sulle rendite dal 12.5% sino al 20-22% e riduzione del prelievo fiscale sui conti correnti dal 27% al 20%". Traduzione: sui "veri risparmi" la tassazione aumenterà, mentre sugli interessi - ormai nulli - dei conti correnti la riduzione sarà irrisoria, non percepibile.

IMPOSTA DI SUCCESSIONE: "reintroduzione dell'imposta sulle cosidette "grandi eredità". Traduzione: i figli pagheranno l'imposta se l'eredità supera i 250.000 euro. In pratica sarebbe colpita la gran parte degli appartamenti, e resterebbero esenti solo quelli piccolissimi e i box garage (ipotesi Bertinotti). Si parla anche d'un eventuale emendamento Rutelli, che colpirebbe con l'imposta solo valori dai 400-500.000 euro in sù. Tassazione che falserebbe il mercato, perché il valore commerciale degli immobili sconterebbe in anticipo la futura imposta o l'esenzione, i primi perdendo e i secondi guadagnando valore.

IMPOSTA SUL REDDITO. Poichè Prodi ha annunciato di voler abbattere (in un anno!) di cinque punti il cuneo fiscale delle imprese, o dovrà applicare in modo estensivo il modello esposto avvicinandosi al modello di Rifondazione comunista (ribattezzato per l'occasione "capital-comunista"), o, con una trovata dell'ultima ora, stabilire una addizionale IRPEF (fortemente progressiva come quella sull'Europa), che già nel linguaggio curiale e ambiguo caro a Prodi verrebbe definita sicuramente come "addizionale per lo sviluppo".

INVESTIMENTI E RISPARMI. Nel frattempo, c'è grande agitazione nei borsini e negli uffici di consulenza finanziaria. Come si sente dire in giro in modo sempre più concitato, i grandi e medi risparmiatori stanno "ricollocando" i risparmi all'estero, complice ormai la sempre più spinta globalizzazione degli investimenti. Vi ricordate i tempi eroici del fortunoso "rientro legale dei capitali" promosso da Tremonti? Altri tempi. Lo si potrà ritentare tra cinque anni, ammesso e non concesso che un Governo Prodi Sibilla Cumana duri così a lungo...
 
 
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