Telecom, ricavi e utili
in crescita nel primo trimestre
MILANO - Il gruppo Telecom Italia chiude il primo trimestre
con un utile netto di 744 milioni di euro, in crescita del
13,4% rispetto ai 656 milioni del primo quarto del
2005.
Il cda della società ha approvato oggi i risultati al 31
marzo. "La crescita del risultato netto consolidato
-sostiene la società in una nota - è riconducibile
principalmente ai maggiori utili di spettanza della
capogruppo, come risultato dell'operazione di integrazione
con Tim".
I ricavi sono di 7.482 milioni di euro e registrano un
incremento del 6,5% rispetto ai primi tre mesi del 2005.
L'ebitda è di 3.295 milioni di euro (+0,3%), mentre il
risultato operativo è di 1.984 milioni di euro, con una
variazione negativa del -2,4% rispetto al primo trimestre
dell'esercizio precedente (-48 milioni di euro).
Gli investimenti industriali nei primi tre mesi del 2006
sono stati di 1.025 milioni di euro, in crescita di 113
milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente, "principalmente legati -sostiene il gruppo- a
maggiori investimenti effettuati in ambito domestico sia nel
fisso (+67 milioni di euro) sia nel mobile (+63 milioni di
euro)".
L'indebitamento finanziario netto passa dai 39.858 milioni
di euro di fine 2005 ai 39.043 milioni di fine marzo 2006,
registrando una diminuzione di 815 milioni di euro. "Tale
riduzione -sostiene la società - è riconducibile
principalmente al flusso netto generato dalle attività
operative di circa 2 miliardi di euro, esclusi gli
investimenti industriali".
Il titoloTelecom Italia rimane stabile in Piazza Affari sul
finire della seduta dopo i dati trimestrali. Il titolo
principe della scuderia Tronchetti Provera è positivo dello
0,07% a quota 2,27 euro, con scambi nella media, bene invece
Ti Media che cresce del 3,07% a 0,38, Pirelli che sale dello
0,96% a 0,80.
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Sempre convinti del fallimento imminente? Che dirà ora
Beppe Grillo?
Intesi, ovvio che tale situazione deriva da una situazione
di mercato particolarmente favorevole a Telecom che si trova
ancora spesso in condizioni da monopolista. Ma l'attività
che più è sottoposta alla concorrenza (telefonia mobile,
Tim) è quella che genera i maggiori flussi di cassa.
Forse la concorrenza non sarebbe poi così deleteria. Ci
sarebbero di sicuro più investimenti e maggiori servizi a
valore aggiunto, ovviamente gestiti meglio di come avviene
ora (anche se l'esperienza della telefonia mobile non lascia
proprio tranquilli).
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