12 luglio 2016: incidente ferroviario di Andria (Provincia
di Barletta, Andria, Trani - Puglia). Il disastro presenta
qualche anomalia: è stata veramente una collisione tra due
treni che viaggiavano alla notevole velocità di 100 km su
una linea alquanto vetusta?
Un corrispondente della testata regionale RAI, durante il
collegamento con la direttrice del TG3, Bianca Berlinguer,
nella serata del 12 luglio 2016, ad un certo punto ha
dichiarato: "Sul luogo dell'esplosione..." Poi si è
immediatamente corretto, usando la parola "incidente".
Perché i macchinisti non hanno frenato per tempo, visto che
quel tratto di ferrovia è rettilineo e con ottima
visibilità?
Alcuni sopravvissuti alla tragedia hanno affermato di aver
sentito un boato, una deflagrazione.
Un ferito, che ha menzionato "una bomba" (solo una
metafora?) ha ricordato che stranamente il convoglio nel
tratto tra Corato ed Andria si è più volte fermato per poi
ripartire a bassa velocità. [1] Queste dichiarazioni
stridono con la ricostruzione ufficiale che vede i due
convogli viaggiare superando i 100 Km/h.
Un agricoltore che era nell'uliveto, che costeggia i binari,
è deceduto, a causa dei frammenti metallici proiettati
attorno, non nel senso di marcia, dal vagone coinvolto nel
presunto scontro.
Un altro giornalista ha mostrato un mazzo di rose rosse
(noto simbolo di una confraternita), deposto davanti
all'ingresso di una stazione vicina al luogo della sciagura.
E' stato anche riferito che di uno dei macchinisti non sono
stati trovati i resti, ma una scarpa: la scarpa allude ad un
aspetto del rituale massonico di iniziazione?
Il bilancio definitivo elenca 23 vittime: 23 è cifra
simbolica riferita al movimento del Discordianesimo. Il 23
ricorre nell'identificativo di uno dei due treni, CT10-23.
Coincidenze?
Altri elementi dovranno essere raccolti ed analizzati, le
testimonianze dovranno essere sviscerate, ma sembra che la
tragedia, se è stata frutto di fatalità, sia stata in
qualche modo ritualizzata.
Induce a riflettere il fatto che la Procura di Trani, in
questi ultimi anni, ha agito in modo piuttosto zelante per
il problema della Xylella e nel caso di danni procurati da
vaccinazioni.
[1] Queste le sue testuali parole ai microfoni di Tele
Sveva: "Nel treno, scusatemi, già si parlava di questi
movimenti strani che avrebbe fatto il treno da Bari. Perché
da Bari il treno effettuava queste soste nel mezzo del
tracciato. Ciò si verificò anche a Corato: ci fermammo
dopo circa 200 metri, riprendemmo, poi ci fermammo dopo un
chilometro... riprendemmo e lì... fu una bomba".
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