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di Buona vita
10 agosto 2018 9:13
 
Considerazioni sulla convivenza tra umani e grandi animali predatori, immessi forzatamente in territori altamente frequentati/abitati.

Vipere, zecche, ragni, vespe e insetti vari sono animali di differente pericolosità, da sempre noti ai frequentatori di zone collinari/montane e aree verdi in genere. Cercatori di funghi/fossili, cacciatori, ciclisti, boscaioli, fotografi, camminatori, ... sanno, di solito, come interagire con questi piccoli animali.
Ben diverso è il caso di lupi, orsi e cinghiali.
Per garantire la convivenza tra uomini e grandi predatori selvatici protetti è indispensabile che tutti i frequentatori le aree (ri)popolate forzatamente con queste fiere siano consapevoli dei rischi connessi alla loro presenza; conoscano le regole per relazionarsi con essi e sappiano come condurre i bambini e i propri animali domestici (cani). Per consentire un’adeguata preparazione in materia sono necessari interventi massicci e sistematici che daranno risultati a medio-lungo termine: cartellonistica, opuscoli, corsi specifici, formazione scolastica capillare.
In riferimento ai potenziali incidenti derivanti dal rapporto con animali ‘pericolosi’, il frequentatore di queste aree solleva da ogni responsabilità Comune, Provincia, Regione ed altri Enti preposti alla gestione dei Territori, sottoscrivendo un consenso informato, sulla falsariga di quelli imposti per un qualsiasi, anche minimo, intervento chirurgico.
Ai proprietari di bestiame (mucche, cavalli, pecore, capre, …) è garantito un rapido e congruo rimborso di tutti i danni provocati da questi predatori. Idem per le coltivazioni.
Si potrebbe immaginare che una quota di questi rimborsi e dei costi diretti/indiretti della sicurezza: recinzioni, cani da guardia (sperando non diventino a loro volta un problema) siano a carico dei frequentatori, attraverso il versamento di un contributo, contestuale al consenso informato e all’eventuale rilascio del permesso per la raccolta dei funghi.
In prospettiva si potrebbe anche pensare ad un referendum di gradimento (riservato ai residenti delle aree dove si intendono introdurre forzatamente grandi predatori selvatici) e uno di accettazione dei rischi/costi (riservato ai frequentatori delle stesse aree).
Esperimenti a tavolino, per quanto ‘illuminati’, e decisioni prese sulla pelle e all’insaputa delle persone non sono mai accettabili. Democrazia e buon senso vorrebbero sempre scelte trasparenti e condivise.

Carlo Pento
montanaro della Domenica
 
 
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