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VIA ISRAELE DALLA CARTA GEOGRAFICA
di Reset
31 ottobre 2005 0:00
 
Ci risiamo. Il neo-presidente iraniano, scelto dal popolo con libere (?) elezioni e trasportato dal ruolo di spazzino a quello di capo di una comunità islamica che vuole a tutti i costi perdere le caratteristiche di Paese moderato per trasformarsi in Stato islamico integralista, tuona contro Israele, per ben due volte incitando ad una sua scomparsa dalle carte geografiche.
Il suo predecessore, ben più moderato di lui, lo sconfessa apertamente, così come l'intera comunità mondiale. Ci troviamo di fronte ad una nuova minaccia, ad un ennesimo balletto delle parti, dove ognuno recita a soggetto o, piuttosto, c'è davvero credito in quel che si dice?
Lo sapremo o non lo sapremo mai.
Una cosa è certa. Sembra davvero che quell'area del mondo non voglia assolutamente la pace e la tranquillità. Peccato che il buon Dio abbia dotato proprio quelle zone di giacimenti petroliferi immensi. Ecco perchè fanno notizia mondiale le parole di un netturbino!
Domanda: non era meglio quando c'era lo scià?
A cosa sono servite la democrazia e la libertà di voto in quelle zone, se non a dare voce a guerrafondai ed integralisti senza scrupoli e senza un briciolo di buonsenso?
Sarò retrò, non lo nego: ma di fronte a spettacoli come questi, mi viene nostalgia del buon vecchio tempo antico, quando a sedere sul trono del pavone, tempestato di pietre preziose, era un uomo soltanto, forse un dittatore (chi lo sa? - alcuni affermano che durante l'epoca dei Pahlavi anche il popolo stava molto meglio), ma sicuramente non uno sfrenato integralista che rischia un nuovo conflitto per il suo popolo, con nuovi bagni di sangue.
Cosa ne pensate voi?
 
 
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