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Vittime della strada
di Danilo Di Mambro
3 agosto 2004 0:00
 
Egregi Signori,
Vi chiedo scusa se ritorno sul tema, ma non riesco proprio a capacitarmi: che c'è di più urgente e importante da fare, soprattutto per chi ha anche un minimo di responsabilità, diretta o indiretta, sulla questione, che cercare di fare il possibile per impedire che mediamente 20 italiani muoiano sulle strade tutti i "santi" giorni? Vi ricordo che nell'ultimo finesettimana ci sono state più di 60 vittime.
Proseguendo nel ragionamento esposto nel messaggio precedente che Vi rimando, il punto è che se rifiutiamo di sacrificare noi stessi sulle strade, allora dobbiamo pretendere che la sicurezza sia demandata ai costruttori di automezzi e di strade e che sia "a prova di imbecille", non c'è altro modo.
Io credo che le associazioni dei consumatori in genere, ma anche quelle delle vittime della strada e i mass media, accanto alle encomiabili attività di informazione e di sensibilizzazione verso gli utenti perchè rispettino le regole in vigore e verso le istituzioni perchè ne facciano di più efficaci e le facciano rispettare, dovrebbero porre in essere azioni volte a ribaltare il normale approccio nei confronti della sicurezza stradale, affinchè si giunga, con tempi non biblici, a che essa non sia più lasciata nelle mani dell'utente perchè, è evidente, questo sistema non funziona.
Che la parola d'ordine sia: "COSTRUIRE STRADE E AUTOMEZZI A SICUREZZA ASSOLUTA".
Cordialmente
Danilo Di Mambro


MESSAGGIO PRECEDENTE

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un punto di vista su quella che per me è una cosa inaccettabile e contro la quale la mia coscienza si ribella senza permettermi mediazioni di sorta: le morti sulle strade.
La domanda che mi pongo e che, attraverso voi, pongo alla classe dirigente del nostro paese è questa: come si può accettare che in Italia ci siano 7/8.000 vittime ogni anno per incidenti stradali? E' una strage indicibile al cui confronto guerre e catastrofi diventano "cosette"!
Il problema è che, secondo me, la questione viene affrontata al rovescio, se vista nell'ottica di una società che si definisce evoluta e civile. Infatti, evidentemente tutti quei morti sono considerati, nell'immaginario collettivo, una specie di tributo, di sacrificio, che la comunità deve all'attuale modello di sviluppo e, quindi, si accetta come inevitabile la strage e si interviene a valle del problema per limitare i danni con regole che riguardano la sicurezza passiva, più che altro. In questo non vedo alcuna differenza tra noi e i popoli cosiddetti primitivi che sacrificavano uomini e animali a divinità maligne.
E' inspiegabile per me, senza questo concetto del sacrificio ad un dio dal quale ci aspettiamo favori e soprattutto senza il quale pensiamo sia impossibile vivere, l'attuale modello di sviluppo appunto, il fatto che per vittime causate in altri contesti si mobilitino opinione pubblica, mass media e fior fior di intellettuali e per quelle della strada si può dire che tutto tace pur in presenza di proporzioni numeriche che fanno rabbrividire.
Se fosse vero che la vita, per la nostra civiltà, è un valore assoluto da tutelare senza cedimenti, il discorso dovrebbe completamente ribaltarsi e diventare semplicemente: i morti sulle strade non ci devono essere. Da questo semplice principio consegue che mezzi e strade devono essere costruiti in modo che anche nella situazione più sfavorevole di incidente la vita sia sempre salvaguardata. Naturalmente questo significa pensare ad un altro modo di muoversi, a cambiamenti profondi nel modo di produrre e quasi quasi ad un altro modo di vivere e forse di concepire la vita stessa e il risultato sarebbe che 7/8.000 persone ogni anno continuerebbero a stare con noi. Certo ci vuole coraggio a immaginare cambiamenti di tale portata, ma pensandoci bene gli investimenti necessari per adeguare strade e mezzi a nuove regole di sicurezza totale, coinvolgendo le due industrie trainanti dell'auto e dell'edilizia, potrebbero dare un forte impulso all'economia e costituire una nuova rinascita economica nel nostro paese e in tutto l'occidente.
Sarebbe una bella scommessa per la politica! E che segnale di fiducia per tutti.

Danilo Di Mambro
 
 
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3 agosto 2004 0:00
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